Tecnologia

La nave oceanografica italiana partecipa alla 40esima campagna del Programma nazionale di ricerche nel continente circostante il Polo Sud. Dai cambiamenti climatici all’oceanografia, ecco i progetti in corso a bordo

La nave rompighiaccio italiana Laura Bassi ha lasciato lo scorso dicembre il porto di Lyttelton, in Nuova Zelanda, facendo rotta verso l’Antartide. A bordo ci sono 27 unità di personale tecnico e scientifico e 23 membri dell’equipaggio.

È iniziata così la missione della nave, la 40esima spedizione italiana nel continente circostante il Polo Sud, finanziata dal ministero dell’Università e Ricerca nell’ambito del Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra); il programma è gestito dal Cnr per il coordinamento scientifico, dall’Enea per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche, e dall’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs) per la gestione tecnica e scientifica della rompighiaccio.
 
Tre mesi di navigazione
La nave navigherà tre mesi nelle acque antartiche per portare avanti le attività di ricerca previste nell’ambito di sei progetti finanziati dal Pnra, oltre ad attività in collaborazione con l’Istituto idrografico della Marina Militare e di supporto e logistica alla base italiana in Antartide “Mario Zucchelli”. La Bassi trasporterà inoltre le carote di ghiaccio del progetto Beyond Epica-Oldest Ice, coordinato dall’Istituto di scienze polari del Cnr.
Il rientro al porto di Lyttelton, in Nuova Zelanda, è previsto per il 7 marzo 2025, mentre quello in Italia è atteso nella seconda metà di aprile.
 
Tutti i progetti a bordo
IOppiers - Ice-Ocean past and present interactions in the eastern Ross Sea: l’obiettivo del progetto è indagare le interazioni tra ghiaccio, oceano e sedimenti nell’area dell’Hillary Canyon (Mare di Ross Orientale) per far luce sulla sensibilità della calotta glaciale Antartica ai cambiamenti climatici previsti nei prossimi secoli.
Ibiza - Iron-binding organic ligands – planktonic microbes interactions in coastal and offshore zones of the Ross Sea (Antarctica): ha lo scopo di approfondire le conoscenze sulle dinamiche di interazione tra ligandi organici del ferro e microrganismi planctonici (procarioti e protisti) nelle acque del Mare di Ross, con un approccio multidisciplinare.
Csiclic - Carbon and silica pelagic-benthic coupling processes in the Southern Ocean: intende studiare i processi che avvengono nei sedimenti marini subito dopo il loro deposito sul fondo dell’oceano.
Mystero - Multidisciplinary study of enigmatic mounds in the East Antarctica offshore: indaga sui rilievi sottomarini già osservati sul margine della piattaforma continentale del Mare di Ross, al largo di Capo Adare. L’origine di queste strutture, alte decine di metri, larghe centinaia, osservate a profondità tra 400 e 1.200 metri, è sconosciuta ma importante da studiare. I rilievi sottomarini, infatti, influenzano la circolazione dell’acqua, ospitano comunità biologiche specifiche, possono convogliare gas e fluidi e preservare informazioni paleoceanografiche.
Glob - The Glomar Challenger basin: a key area to study the inflow of Cdw under the Ross Ice shelf and the connection of the eastern and western Ross Sea sectors: studia il ruolo del bacino sottomarino Glomar Challenger negli scambi d’acqua meridionali e zonali, utilizzando strumenti oceanografici autonomi e traccianti chimici per seguire le masse d’acqua dall’Antartide Occidentale e dall’Oceano Meridionale.
Morsea - Marine observatory in the Ross Sea: si occupa della gestione della rete degli osservatori marini, una serie di strumentazioni che monitorano e forniscono dati sulle acque oceaniche, posizionati fin dal 1994 nel Mare di Ross.
 
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