Rifiuti radioattivi. Ecco le novità per lo stoccaggio in sicurezza
Insieme a 47 partner di 17 Paesi, Enea partecipa al progetto europeo Predis, finanziato con oltre 23 milioni di euro dal programma Horizon 2020. Nell’ambito del programma sono state testate soluzioni per lo stoccaggio in depositi temporanei dei rifiuti radioattivi già immobilizzati con il cemento
Sviluppare soluzioni innovative per migliorare la gestione e la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. È l’obiettivo del progetto europeo Predis, finanziato con oltre 23 milioni di euro dal programma Horizon 2020, che ha coinvolto 47 partner di 17 Paesi, dei quali sette per l’Italia: Enea, Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), Ansaldo nucleare, Nucleco, Sogin, Politecnico di Milano e Università di Pisa.
In particolare, Predis punta a migliorare le attività di caratterizzazione, trattamento e condizionamento dei rifiuti radioattivi a bassa e media radioattività per i quali non sono ancora disponibili soluzioni mature dal punto di vista tecnologico (materiali metallici, rifiuti organici liquidi e solidi). Nell’ambito del progetto, sono anche state testate soluzioni per lo stoccaggio in depositi temporanei dei rifiuti radioattivi già immobilizzati con il cemento.
Marzo: «Ottime prestazioni potenziali»
«Rendere solidi e stabili per lunghi periodi di tempo i rifiuti organici liquidi radioattivi è difficile per problematiche di natura chimica», spiega il responsabile del progetto, Giuseppe Augusto Marzo, ricercatore del dipartimento Nucleare dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. «Invece, grazie a nuove formulazioni a base di geopolimeri che permettono di realizzare materiali simili al cemento, siamo riusciti a formulare matrici che forniscono ottime prestazioni potenziali sia in termini di inglobamento del liquido organico sia di robustezza e durabilità nel tempo».
Inoltre, i ricercatori Maria Letizia Cozzella, Tiziana Guarcini e Fabio Girardi del laboratorio Enea di Caratterizzazione radiologica hanno utilizzato materiali di scarto d’altoforno per dimostrare che si può arrivare a forme finali di rifiuti radioattivi più sicure nelle fasi di stoccaggio, trasporto e smaltimento. L’attività sperimentale è stata condotta in collaborazione con la società partecipata Nucleco.
Si prosegue con Eurad-2
Le attività di ricerca di Predis proseguiranno con Eurad-2, la seconda fase del programma europeo di ricerca che coadiuva i Paesi Ue nell’applicazione della direttiva 2011/70/Euratom sulla gestione dei rifiuti radioattivi. In questa fase, i programmi nazionali di ricerca e sviluppo saranno integrati coinvolgendo gli organismi che si occupano della gestione dei rifiuti, le organizzazioni di supporto tecnico e gli enti di ricerca.