C’è del sale in miniera. Presto una gara per una concessione nel centro della Sicilia
La Regione ha annunciato la volontà di affidare la concessione per un giacimento situato in provincia di Caltanissetta
Nel sottosuolo del nisseno hanno scoperto la presenza di una certa quantità di sali potassici e alcalini tale da poter immaginarne un futuro sfruttamento a fini economici e industriali. Per questo la Regione – leggiamo sul Quotidiano di Sicilia - ha annunciato la volontà di affidare la concessione per un giacimento situato a cavallo tra i territori di Bompensiere, Milena e Sutera in una località conosciuta come Gallo d’Oro, il cui nome è stato anche utilizzato anche per definire un permesso di ricerca che il dipartimento regionale all’Energia ha rilasciato a fine 2020. Tre anni per appurare se realmente sotto il suolo fosse presente una quantità di sali potassici e alcalini sfruttabile e la risposta, positiva, è arrivata nel 2022 .
Riserbo sui risultati
Sull’entità del ritrovamento al momento c’è il massimo riserbo, ma quel che si sa è che tra non molto un avviso pubblico dovrà definire le modalità di selezione di chi avrà la possibilità di coltivare il giacimento. Tra i pretendenti ci sono anche coloro che in questi anni hanno effettuato le ricerche. “Confermo il ritrovamento di sali potassici e alcalini, così come si era ipotizzato a monte della richiesta di permesso di ricerca ma sui quantitativi al momento non posso essere preciso, anche per questione di riservatezza”, sostiene chi ha fatto le ricerche al Quotidiano di Sicilia. I dettagli, in ogni caso, dovrebbero comparire nell’avviso pubblico che la Regione divulgherà. Non c’è ancora una data certa, dicono, ma verrà data adeguata pubblicità all’avviso trattandosi di una selezione che potrebbe interessare anche soggetti esteri.
Gli altri progetti
Quello nei comuni di Bompensiere, Milena e Sutera non è l’unico progetto di coltivazione di giacimenti minerari a cui ambisce la società dei Catanzaro. Negli anni scorsi, la Regione ha rilasciato permessi di ricerca anche nei comuni di Mussomeli, Caltanissetta, San Cataldo, Ribera, Cattolica Eraclea, Nicosia e Sperlinga. “In questi casi le attività di ricerca non si sono ancora concluse”, specifica Carlino. A ciò si aggiunge un progetto di finanza riguardante l’ex sito minerario Bosco di San Cataldo, ritenuto insieme a Pasquasia tra le aree più pericolose dal punto di vista ambientale dell’entroterra siciliano.