Studio. Adesso i Pfas fanno pure dormire male
I produttori assicurano che non esistono prove che questi composti chimici “eterni”, presenti nelle pentole antiaderenti, nei vestiti impermeabili e nei pesticidi, facciano male. Ma le accuse si moltiplicano. L’ultima è quella che arriva da una ricerca californiana
I produttori assicurano che non esistono prove che i Pfas facciano male. Ma intanto la loro “messa in stato di accusa” prosegue. L’ultima ricerca che riguarda questi composti chimici eterni, con la caratteristica di persistere nell’ambiente e la cui sigla significa Perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances, li associa ora ai disturbi del sonno. Ampiamente utilizzati dai primi anni Cinquanta in vari prodotti di consumo e industriali, questi composti sintetici presentano un’alta resistenza ad acqua, calore, grasso e macchie e si trovano nelle pentole antiaderenti, negli imballaggi alimentari, nell’abbigliamento impermeabile, nei pesticidi e nei mobili. Una delle preoccupazioni riguardo ai Pfas è la loro lunga e difficile degradabilità, che ne causerebbe l’accumulo nei tessuti umani.
Lo studio condotto sugli under 24
Un recente studio guidato dal dottor Shiwen (Sherlock) Li suggerisce che i Pfas possano influenzare anche la qualità del sonno e la durata del riposo. Questa ipotesi si basa sulla capacità di tali composti di attraversare la barriera emato-encefalica e di alterare livelli di neurotrasmettitori e calcio, fondamentali per un sonno ristoratore. Per lo studio, intitolato “Per-and polyfluoroalkyl substances and disrupted sleep: mediating roles of proteins”, pubblicato su Environmental Advances, i ricercatori hanno raccolto campioni di sangue e informazioni sul sonno dei 144 partecipanti, di età compresa tra 19 e 24 anni, che fanno parte dell’Usc Children’s health study di Los Angeles (California, Usa), l’istituto dove lavora Li. L’analisi si è concentrata su sette tipi di Pfas; di questi, quattro sono risultati “significativamente associati a una riduzione del sonno o a una qualità inferiore del riposo”.
La scarsa qualità del sonno, ricordano i ricercatori, è legata a effetti negativi a lungo termine, come problemi neurologici, disturbi comportamentali, diabete di tipo 2 e malattia di Alzheimer.
Istituto Mario Negri: «Le conseguenze sono tuttora oggetto di studi»
Sul tema dei Pfas, il sito della Fondazione Veronesi ha dato la parola al professor Emilio Benfenati, responsabile del dipartimento di Ambiente e salute dell’Irccs Mario Negri di Milano. I Pfas, secondo il medico del Mario Negri, possono rappresentare un rischio per l’uomo perché «possono penetrare nelle acque sotterranee – ha spiegato il professor Benfenati – se non ben gestiti durante i processi di lavorazione industriale, finendo per accumularsi anche nelle piante. Il rischio di ingresso nella catena alimentare aumenta, se assorbiti dal sangue, con conseguenze che sono tuttora oggetto di numerosi studi scientifici per il loro impatto sulla salute».
Partendo dai risultati degli studi scientifici, sperimentali ed epidemiologici, l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha correlato i Pfas a un aumento dei livelli di colesterolo nell’uomo, mentre altre ricerche hanno mostrato alterazioni a livello di fegato e tiroide, del sistema immunitario e riproduttivo, e alcuni tipi di neoplasie.