Studio. L’idrogeno può essere un business significativo per l’area del Mediterraneo
Il lavoro di ricerca è basato sulla collaborazione tra Srm, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, e l’ESL@Energy Center del Politecnico di Torino
La catena del valore dell’idrogeno può essere una prospettiva di business significativa per l’area del Mediterraneo, grazie all’elevato potenziale da rinnovabili, con impatti economici positivi. È quanto emerge dal nuovo MED & Italian Energy Report, frutto di un lavoro di ricerca basato sulla collaborazione tra Srm, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, e l’ESL@Energy Center del Politecnico di Torino.
Lo scenario al 2040
Dagli scenari a medio termine al 2040 emerge che, con un’elevata penetrazione dell’idrogeno (25% degli usi finali di energia), un approccio cooperativo tra le tre sponde “consente di soddisfare la stessa domanda di idrogeno con una capacità installata complessiva di 36 GW, inferiore a quella richiesta se si adotta un approccio orientato all’autosufficienza da parte di ciascuna sponda, grazie a un migliore sfruttamento delle risorse disponibili nell’intera regione”. Nel rapporto viene indicato che, per quanto riguarda l’Italia, la massima importazione potenziale di idrogeno attraverso i gasdotti potrebbe essere di 33,7 TWh/a (circa il 2,5% del consumo energetico finale totale dell’Italia nel 2019).
L’interazione tra le commodity
Nel rapporto vengono analizzate le relazioni fra i Paesi mediterranei delle tre sponde (nord, est e sud), un’area crocevia di interessi geopolitici, energetici e necessità di sicurezza degli approvvigionamenti e snodo per compiere passi accelerati nella transizione energetica. L’interazione tra le 3 “commodity” energetiche che si prevede saranno cruciali in questo processo (energia elettrica, idrogeno e gas) “giocherà probabilmente un ruolo chiave nell’evoluzione del mix energetico mediterraneo, costruendo un nuovo dialogo energetico basato sulle energie rinnovabili, con ricadute positive per l’intera regione”.
Idrogeno verde più a nord
Nel rapporto viene indicato che i Paesi del Nord “sono più predisposti all’idrogeno verde rispetto a quelli dell’Est e del Sud”, con “performance rilevanti per Francia e Spagna, mentre Libia e Siria sembrano essere le meno predisposte”. Sulla sponda orientale, Cipro e Israele mostrano un forte potenziale. Il Marocco risulta essere il Paese più “performante”, seguito dalla Tunisia. “La catena del valore dell’idrogeno può essere una prospettiva di business significativa per la regione del Mediterraneo, grazie all’elevato potenziale da rinnovabili, con impatti economici positivi. Tuttavia, il ruolo delle materie prime critiche nelle tecnologie di produzione dell’idrogeno richiede attente analisi sulle possibili dipendenze geopolitiche che possono sorgere”.
Italia può essere baricentro
Le interconnessioni esistenti per il trasporto del gas naturale “possono svolgere un ruolo chiave nel sostenere la penetrazione dell’idrogeno e la creazione di un mercato mediterraneo dell’idrogeno verde, soprattutto perseguendo la strada del trasporto di idrogeno in forma di miscela col gas naturale”, è indicato nel rapporto. Per quanto riguarda il ruolo dell’Italia, “sfruttando la sua posizione geografica, la sua vasta rete infrastrutturale e un solido know how scientifico e progettuale, potrà assumere una funzione di baricentro tra il Sud e il Nord dell’area euromediterranea, attraverso la realizzazione di un hub di collegamento per il trasporto e la distribuzione dell’idrogeno”.