A2A: il cda dimezza gli stipendi del top management
Diminuiscono gli emolumenti di presidente, del vice presidente e amministratore delegato
Il cda di A2A ha deliberato, su proposta del comitato per la remunerazione e le nomine, di intervenire sugli emolumenti del top management (il presidente esecutivo Giovanni Valotti, il vice presidente Giovanni Comboni e l'ad Luca Valerio Camerano) riducendo il monte complessivo dei compensi di oltre il 50% rispetto al precedente assetto. Il costo complessivo per l'azienda è diminuito di oltre il 65%.
Per i tre manager, spiega un comunicato, non è inoltre previsto il contratto di lavoro subordinato.
Nel dettaglio, il presidente esecutivo percepirà un compenso lordo omnicomprensivo di 390mila euro l'anno, senza alcuna componente variabile e il vice presidente di 40mila euro (senza variabile). All'ad andrà invece un compenso lordo di 620mila euro l'anno, oltre a un compenso variabile massimo legato al raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano incentivi, fino al 40% dell'emolumento complessivo. L'ad ha comunque rinunciato ai compensi variabili che potrebbero essergli riconosciuti per l'anno 2014.
“Per le aggregazioni attendiamo la legge di Stabilità” - Intanto, il presidente Valotti è intervenuto nel dibattito sul futuro delle ex municipalizzate in Italia, escludendo che “anche questa volta il processo di consolidamento di multiutility di varie dimensioni possa concludersi con un nulla di fatto”. “Vedo un po' difficile restare fermi in questo periodo storico, qualcosa si farà di sicuro - ha dichiarato a margine di un convegno in Bocconi - .Condividiamo con il Governo la necessità di razionalizzazione del settore e ci aspettiamo che finalmente nella Legge di Stabilità escano norme per favorire questo processo. Credo che da parte delle società i progetti non mancheranno”.
Per quanto riguarda A2A, Valotti ha detto di lavorare con il cda “per definire le opzioni possibili, poi le sottoporremo ai soci, che ci daranno gli indirizzi operativi, al mercato ed eventualmente a Cdp”. Ha poi aggiunto: “Stiamo valutando tutte le opzioni, sia per territorio, sia per alleanze, sia per portafoglio business. Poi trarremo le nostre conclusioni”, precisando poi a specifica domanda che la fusione con Iren “non è al momento all'ordine del giorno”.