L’autonomia differenziata dei rifiuti. A Trento pagano la tariffa 411 euro meno di Catania
A Trento la tari costa in media 183 euro. Primato a Catania con 594 euro annui. Indagine dell'osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva. I dati dell’Ispra. Il confronto fra città e regioni. Al Centro si producono ogni anno 532 chili di spazzatura per abitante, seguito dal Nord (506) e dal Sud (454 chili per abitante). La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 65,2% (+1,2% rispetto al 2021)
Cresce la spesa media sostenuta dalle famiglie per i rifiuti (pari a 329 euro nel 2024, +2,6% rispetto all'anno precedente) ma migliora anche la raccolta differenziata. Sono i dati che emergono dal rapporto 2024 dell’osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva. L'indagine ha interessato le tariffe rifiuti applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2024, e ha preso come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri.
Città a confronto
Nel 2022 è stato superato l’obiettivo del 65% di rifiuti differenziati a livello nazionale: siamo al 65,2%, +1,2% rispetto al 2021. Se al Sud si spende di più e si differenzia di meno, sul fronte delle tariffe, è il Trentino Alto Adige la regione più economica (203 euro), mentre la Puglia è la più costosa (426,50 euro con un aumento di oltre il 4% rispetto all'anno precedente) Catania è il capoluogo di provincia in cui, come lo scorso anno, si paga di più: 594 euro annui, senza variazioni sul 2023; Trento invece è quello in cui si paga meno: 183, di poco inferiore rispetto al 2023.
Dalla top ten dei capoluoghi più costosi escono Benevento, Latina, Messina e Salerno; entrano invece Andria, Cagliari, Pistoia e Trapani. Dalla top ten dei meno cari, esce Bolzano ed entra Siena.
Regioni diverse
A livello regionale, spiccano in positivo, oltre al Trentino Alto Adige che si caratterizza per la spesa più bassa e un’elevata percentuale di raccolta differenziata, anche Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Marche dove a una tari molto sotto la media nazionale si associano i più elevati livelli di raccolta differenziata. Al Sud, dove come s'è detto si spende di più e si differenzia di meno, non esiste una regione virtuosa su entrambi i fronti.
Raccolta differenziata
Secondo i dati raccolti dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) in Italia nel 2022 sono state prodotte circa 29,1 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (-1,8% rispetto al 2021). La produzione pro capite è di circa 494 chilogrammi per abitante (-1,6% rispetto al 2021), con valori più elevati al Centro (532 chili per abitante) seguito dal Nord (506) e dal Sud (454 chili per abitante).
La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 65,2% (+1,2% rispetto al 2021) mentre il 18% dei rifiuti urbani prodotti finisce in discarica. Il Nord si posiziona al primo posto (71,8%) seguito da Centro (61,5%) e Sud (57,5%). Tra i capoluoghi di provincia, la percentuale di raccolta differenziata pari o superiore al 65% è stata raggiunta da poco più della metà di essi (57%). In 20 capoluoghi di provincia siamo ancora al sotto l'obiettivo del 50%, il cui raggiungimento era previsto nel 2009. Tra questi spiccano Palermo, con percentuale di raccolta differenziata al 15,6%, Crotone al 21,4%, Catania al 22% e Foggia al 26%. Per quanto riguarda la tipologia di rifiuti differenziati nel 2022 la percentuale più elevata è relativa alla frazione organica (38,3%), seguita da carta (19,3%) e vetro (12,3%) e plastica (9%). Le percentuali più basse riguardano i Raee (1,4%) e i rifiuti tessili (0,8%).
Opinioni e comportamenti delle famiglie italiane
A parole però tutti sono virtuosi: l'85% delle famiglie si dichiari sensibile al ciclo dei rifiuti e l'89,5% affermi di impegnarsi nel differenziare i rifiuti è sicuramente positivo e riflette una crescente consapevolezza ambientale. Lo evidenziano i dati provengono dalla ricerca "Economia circolare e consumi sostenibili. Comportamenti delle famiglie, criticità ed efficacia della risposta pubblica", realizzata e presentata da EURES Ricerche Economiche e Sociali nel mese di aprile 2024 per conto di Adoc, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, U.Di.Con e Unione Nazionale Consumatori (Unc).
Tuttavia, la discrepanza tra l’impegno dichiarato e la pratica effettiva (solo il 61% dei rifiuti viene differenziato correttamente) è un segnale che ci sono delle difficoltà nel portare nella quotidianità quanto promesso. Questo gap può essere attribuito a una serie di ostacoli pratici.
Principali difficoltà e barriere
Le difficoltà principali sembrano derivare dalla scarsa chiarezza sulla composizione dei materiali di imballaggio (55,7%), un problema che rende complicata la corretta separazione dei rifiuti. La gestione inadeguata del servizio (52,4%) è un altro fattore che frena l’adozione di pratiche più sostenibili, così come l'assenza di incentivi (47,2%) e la difficoltà nel reperire informazioni o nel gestire il tempo necessario per la differenziazione (42,1%), nonché la mancanza di spazi adeguati nelle abitazioni (35,4%) per gestire correttamente i vari tipi di rifiuti.
Solo il 51,4% delle famiglie è orientato ad acquistare prodotti sfusi per ridurre gli imballaggi, mentre circa il 36% trova difficoltà nel recupero e nel riutilizzo dei prodotti, e il 30% ha problemi nel ridurre la quantità di rifiuti prodotti. Le soluzioni proposte dalle famiglie per migliorare la situazione sono interessanti. Un’incentivazione economica tramite vantaggi in bolletta (62,4%) sembra essere la misura più apprezzata, seguita da campagne di sensibilizzazione (40%).
Il commento
“I dati del nostro rapporto evidenziano le criticità principali del sistema di gestione dei rifiuti, come la carenza di un'adeguata rete di impianti di raccolta e trattamento, il persistente ricorso allo smaltimento in discarica e i poco soddisfacenti livelli di differenziazione dei rifiuti e recupero delle risorse, soprattutto in alcune aree del Paese. A fronte di ciò è urgente e necessario lavorare su più fronti”, dice Tiziana Toto, responsabile nazionale delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva. Nel 2024 la spesa media annuale per la famiglia tipo individuata è di €329 con un aumento del 2,6% circa rispetto all'anno precedente. Sono state riscontrate variazioni in aumento in 84 capoluoghi sui 110 esaminati; variazioni in diminuzione in 20 capoluoghi e situazioni sostanzialmente invariate nei casi restanti.
Per info: https://www.cittadinanzattiva.it/not...