Contaminazione Acqua a Pietrasanta. Rossi: presto accordo di programma
Per il presidente della Regione Toscana serve un un patto che vincoli tutti i soggetti interessati a fare ciò che devono in tempi certi e con precise risorse economiche
“Ciò che serve adesso è un accordo di programma, un patto che vincoli tutti i soggetti interessati a fare ciò che devono in tempi certi e con precise risorse economiche”. È la soluzione scelta dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, per risolvere il problema della contaminazione da tallio nelle acque di Valdicastello e di Pietrasanta e quello della bonifica della miniera ex Edam. Questa, quindi, la direzione al termine dell'incontro convocato dallo stesso Rossi. Una "road map" fissata per far fronte a un fenomeno che si è da subito dimostrato più unico che raro e per il quale la Toscana sarà un punto di riferimento a livello mondiale, tanto che anche l'Istituto superiore di sanità ha promesso il suo interessamento e il suo appoggio.
“Sono almeno tre - ha precisato Rossi - gli aspetti da tenere nella debita considerazione: quello sanitario, che mi pare ben delineato, sia nella sorveglianza sanitaria sulla popolazione che dal punto di vista epidemiologico. C'è poi quello ambientale su cui è necessario agire per stralci e per il quale saranno necessari tempi più lunghi. Infine c'è l'aspetto economico, rispetto al quale mentre abbiamo individuato chi metterà le risorse necessarie, resta da definire in che modo sia possibile non far ricadere sui cittadini gli investimenti necessari sulla rete idrica. Nel frattempo una richiesta di esenzione dal pagamento delle bollette per i cittadini che hanno subito interruzioni del servizio, è stata inviata all'Autorità nazionale”.
Al via lo screening - Sarà la Asl, attraverso una convenzione con il Cnr, a pagare gli screening su urine e capelli dei residenti per un importo stimato di circa 45.000 euro.
Al Dipartimento di Scienze della terra dell'Università di Pisa andranno invece i 191.000 euro che il Comune ha ricevuto dalla Regione per lo studio ambientale (durerà almeno un anno), e al termine sarà valutato se costruire un impianto di depurazione adeguatamente dimensionato. “Mi pare di poter dire che negli ultimi 15 giorni si sono fatti buoni passi avanti” ha concluso Rossi chiedendo a tutti di far presto.
I controlli - Nel corso dell'incontro Gaia, che gestisce l'acquedotto, ha detto che i controlli nelle case hanno dimostrato che solo in un caso si è andati sopra la soglia consentita di tallio, e c'è fiducia di poter arrivare a chiedere all'inizio del nuovo anno la revoca dell'ordinanza di divieto di utilizzo dell'acqua per usi potabili.