Depurazione – L’affondo di Federutility: si pagano le multe Ue anziché investire negli impianti
“Segnale positivo l’incontro con il sottosegretario alle infrastrutture D’Angelis”, dice la federazione che riunisce le aziende del settore idrico ed energetico. Fermi 5 miliardi di progetti per 160 posti di lavoro. I sei punti per aumentare la fiducia sull’affidabilità del settore acqua
“L’incontro convocato dal sottosegretario alle Infrastrutture, Erasmo D’Angelis, ha un dato certamente positivo: l’apertura di un tavolo in cui i soggetti del settore idrico hanno avuto modo di ragionare su temi ambientali, economici, gestionali e tecnici. Speriamo che allo sforzo politico e alle buone intenzioni di governance, segua una maggiore fiducia sul settore dell’acqua che ha bisogno di riavviare progetti per quasi 5 miliardi, fermi da anni, che potrebbero dar lavoro ad oltre 160mila persone”. Questo il commento di Adolfo Spaziani, coordinatore di Federutility – la federazione che riunisce le aziende del settore idrico ed energetico – al termine dell’incontro convocato da D’Angelis con i vari segmenti del comparto: i rappresentanti di regioni, enti locali, ambiti territoriali ottimali e aziende.
Al centro dei lavori l’emergenza idrica e, in particolare, le sanzioni europee sulla depurazione che il nostro paese si appresta a pagare.
714.240 euro al giorno – “Siamo nella situazione assurda – continua Spaziani – in cui si preferisce pagare 714.240 euro al giorno per ogni comune che ha ritardi sugli impianti di depurazione, piuttosto che costruirne. Con danni ambientali incalcolabili sulle future generazioni e con alcuni gioielli del turismo balneare nazionale che rischiano tutti i giorni di diventare la vergogna del paese anche sulla stampa estera, come avvenne per la vicenda dei rifiuti”.
Nel corso dell’incontro con il sottosegretario, Federutility ha consegnato un documento riassuntivo degli interventi urgenti e un elenco di sei priorità. Eccole: semplificazioni procedurali per le autorizzazioni, revisione del quadro normativo e di regolazione (competenze territoriali), incentivazione degli investimenti, premi e penalità per l’efficienza gestionale e gli standard di servizio, incentivazione all’efficienza energetica e, infine, protezione per le fasce a basso reddito (bonus idrico).