Fusione Asa-Gaia, il sindaco Cinquestelle mette un freno
Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin commenta le dichiarazioni rilasciate dal Presidente Del Nista riguardo alla possibile fusione tra ASA e GAIA
Bene la fusione in chiave anti-Acea, ma permangono dubbi in vista dell’obiettivo di ripubblicizzazione dell’acqua. È in sostanza il pensiero del sindaco del Movimento 5 Stelle di Livorno Filippo Nogarin, che lo ha espresso commentando le dichiarazioni rilasciate dal Presidente Del Nista riguardo alla possibile fusione tra le utilities toscane ASA e GAIA.
“Ho letto le dichiarazioni del Presidente Del Nista sulla fusione tra ASA e GAIA. Sbarrare la strada all’ingresso di Acea nelle aziende dei nostri territori è sicuramente una battaglia giusta, in nome della quale ha un senso valutare ipotesi come quella della sinergia-fusione tra GAIA e ASA; il know-how delle due società, le risorse idriche del territorio apuano ed un territorio con una popolazione ed un comparto industriale importanti come il nostro potrebbero essere le condizioni per auspicabili politiche industriali di ampio respiro. Questo passaggio però, rispetto all’obbiettivo finale di ripubblicizzazione dell’acqua, rappresenterebbe indubbiamente un gravissimo passo falso perché, anche nell’ottica (non scontata) di riduzione percentuale della quota detenuta dal consorzio AGA, da due società (una mista pubblica-privata e un’altra pubblica) si passerebbe ad una sola società mista e dunque privatizzata.”
Il ruolo di Iren in Asa - “Questa strategia non può rientrare nelle nostre linee programmatiche; di questo un amministratore esperto come Fabio Del Nista, nell’attuare la linea politica indicata del socio capofila tra gli enti pubblici, avrebbe dovuto tenere maggiormente di conto, senza ricorrere ad inaccettabili tatticismi, compromessi e bizantinismi. Rifletto però su quello che lo stesso Del Nista ha registrato come un sostanziale disimpegno, da parte del socio privato, nella gestione societaria di ASA e che dimostrerebbe come la permanenza di Iren in ASA, alla luce dell’accerchiamento da parte delle aziende toscane passate sotto Acea, non sia più strategica e forse neppure scontata.
Un laboratorio politico del controllo pubblico - Nonostante questo, ritengo che la costa toscana possa comunque divenire un laboratorio politico dove sperimentare nuove forme di controllo pubblico, diverse da quella della S.p.A. pubblica (che in quanto società di diritto privato ha scopo di lucro) e pure dal modello, ormai superato, della società speciale.” “Una possibile innovazione potrebbe arrivare dalla creazione un consorzio tra gli utenti, domestici e aziendali, che sappia trarre il meglio dall’esperienza cooperativa (una testa, un voto) senza scopo di lucro, in grado così di reinvestire gli utili nel miglioramento della rete idrica e nell’abbattimento delle tariffe, in un percorso partecipativo virtuoso degno del bene comune più prezioso del pianeta: l’acqua.”