Geologi: impianti idrici arretrati e il 15% degli italiani è senza fogne
Lo rileva il presidente del Consiglio nazionale Gian Vito Graziano. La disponibilità idrica nazionale è pari a 52 miliardi di metri cubi d'acqua, di cui circa l'80% è effettivamente utilizzata. Di questa quota, il 50% è impiegato in agricoltura, il 15-20% per uso domestico e il 30-35% per uso energetico/industriale
Le infrastrutture idriche in Italia sono arretrate e inadeguate, le perdite di rete sono in media superiori al 35%, la rete fognaria ancora non serve il 15% degli italiani, i depuratori risultano mal gestiti, inadeguati o addirittura inesistenti per un italiano su tre, l'acqua esce a singhiozzo dai rubinetti, soprattutto al sud, e circa il 35% dei corpi idrici di superficie" (ad esempio corsi d'acqua e laghi) “non raggiunge gli standard di qualità ambientale”. Il quadro impietoso è tracciato dal presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano, che ha ricordato in una nota come la disponibilità idrica nazionale sia pari a 52 miliardi di metri cubi d'acqua, di cui circa l'80% effettivamente utilizzato. Di questa quota, il 50% è impiegato in agricoltura, il 15-20% per uso domestico e il 30-35% per uso energetico/industriale”. ”C'è la necessità di reperire le risorse finanziarie per acquedotti, fogne e depuratori stimate in 66 miliardi di euro in 30 anni, con un effetto occupazionale stimabile tra 150 mila e 200 mila addetti. Intanto - prosegue Graziano - si dovrebbero utilizzare velocemente i finanziamenti resi già disponibili, cercando di colmare progressivamente il generale deficit infrastrutturale in cui versa il Paese e quello altrettanto grave che vede il Sud molto indietro per acquedotti e depurazione. Le risorse possono reperirsi nei Fondi strutturali 2014-2020, introducendo laddove possibile anche dei meccanismi di premialità per l'attribuzione delle risorse stesse, quali il miglioramento dell'uso dell'acqua nelle pratiche agricole, con forme di riutilizzo delle acque, la costruzione di piccoli invasi, la prevenzione degli sprechi, il recupero dell'energia termica dall'acqua depurata”. Graziano ha affrontato anche la questione delle sanzioni europee. “In Italia sono 269 le amministrazioni coinvolte nelle procedure d'infrazione Ue per carenza o assenza di sistemi di depurazione: 109 sono quelle già condannate in base a una procedura del 2004 e 159 quelle in corso di procedura dal 2009”.
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