Idrico. L’Italia perde in rete quasi la metà dell’acqua potabile
Lo afferma Coldiretti sulla base dei dati Istat, in riferimento al rapporto "Progress on drinking water". In Italia il volume di acqua prelevato per uso potabile, è di 9,49 miliardi di metri cubi
L'Italia riesce a sprecare quasi la metà dell’acqua potabile (il 47,9%) per colpa di una rete idrica colabrodo e a pagarne le conseguenze sono 2,7 milioni di famiglie (il 10% del totale) che lamentano problemi nell'erogazione idrica lungo il territorio nazionale. E' quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Istat, in riferimento al rapporto "Progress on drinking water", di Unicef e Organizzazione mondiale della sanità.
Mentre nel mondo un abitante su tre non ha accesso all'acqua, in Italia il volume di acqua complessivamente prelevato per uso potabile, sottolinea la Coldiretti, è di 9,49 miliardi di metri cubi, per un volume giornaliero pro-capite di 428 litri, il più alto nell'Unione europea. Tuttavia, poco meno della metà non raggiunge gli utenti finali a causa delle dispersioni di rete; uno spreco inaccettabile per un bene prezioso anche alla luce dei cambiamenti climatici che stanno modificando la distribuzione e l'intensità delle precipitazioni.
Secondo la Coldiretti servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclo delle acque, campagne di informazione ed educazione sull'uso corretto dell'acqua e un piano infrastrutturale per la creazione di invasi che raccolgano tutta l'acqua piovana che va perduta e la distribuiscano quando ce n'è poca. Gli agricoltori, conclude la Coldiretti, stanno facendo la loro parte con un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.