Impianti Aperti. Il polo dei rifiuti di Orvieto ha aperto le porte agli studenti
Visita guidata all’impianto di trattamento e recupero, che favorisce la produzione di energia da fonti rinnovabili e la riduzione di scarti da conferire in discarica
Il polo impiantistico di Orvieto Ambiente, società del gruppo Acea, ha aperto le porte agli studenti dell’istituto di istruzione superiore scientifico e tecnico Majorana-Maitani della cittadina umbra, in occasione della seconda tappa di Impianti Aperti on the road, la campagna promossa da Assoambiente, l’associazione che rappresenta le imprese che operano nel settore dell’igiene urbana, riciclo, recupero, economia circolare, smaltimento rifiuti e bonifiche.
Il senso della visita
Una visita guidata all’interno del mondo della gestione rifiuti che ha consentito ai giovani di approfondire, grazie alle spiegazioni di alcuni tecnici impegnati ogni giorno nell’impianto, il funzionamento del polo di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti non pericolosi, seguendo passo dopo passo i diversi processi cui sono sottoposti i rifiuti. Grazie a questa iniziativa, gli studenti hanno così potuto visitare all’interno del polo e osservare dal vivo: l’impianto di trattamento di rifiuti organici e verde da raccolta differenziata, che consente la produzione di energia elettrica e compost di qualità; l’impianto di selezione di rifiuti solidi urbani e l’impianto di bio-stabilizzazione della frazione organica con recupero di ferro; la messa in riserva di rifiuti urbani e speciali da raccolta differenziata; la discarica, con annesso impianto di recupero di biogas ed elettro-generazione e la discarica esaurita e riambientata del Comune di Orvieto.
“Con la campagna Impianti Aperti offriamo alle eccellenze della gestione rifiuti presenti sul territorio nazionale l’opportunità di aprire le porte a enti locali, comitati territoriali e, in particolare, a giovani e studenti interessati a una cultura consapevole della gestione dei rifiuti e a condividere conoscenze fondamentali sulle tecnologie utilizzate, sui processi di monitoraggio, sulle autorizzazioni normative e sul controllo delle emissioni. Un’occasione, come in questo caso, utile per mostrare ai cittadini del domani le buone pratiche del trattamento rifiuti, superando stereotipi e pregiudizi non sostenuti da dati scientifici”, ha affermato a margine della visita Chiara Leboffe di Assoambiente.