Ricerca. Il fattore sostenibilità è un acceleratore di efficienza e qualità nei servizi pubblici
La Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche presenta “Misurarsi per migliorare”, la seconda edizione dell’analisi sulla sostenibilità nel sistema delle imprese dei servizi pubblici
La sostenibilità è un vero e proprio “acceleratore” di performance e qualità nei servizi pubblici di acqua, energia e igiene ambientale. È quanto emerge da “Misurarsi per migliorare”, la seconda edizione dell’analisi sulla sostenibilità nel sistema Utilitalia, realizzato dalla Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche con il supporto tecnico scientifico di The European House – Ambrosetti.
Presentato nel corso di un webinar aperto, la ricerca è suddivisa in tre sezioni: “blue” per i servizi idrici, “green” per quelli di igiene urbana e “yellow” per i servizi di distribuzione gas ed energia elettrica. In essa si sono analizzati 19 indicatori chiave su un campione di 100 aziende che, pur costituendo il 22% del totale delle associate Utilitalia, rappresentano l’84% dei lavoratori del sistema (circa 80.000 unità) e 9,1 miliardi di euro di valore aggiunto. Tra queste 100 aziende, ne sono state identificate 15 che si distinguono per il loro impegno nella sostenibilità in funzione di quattro fattori: governance (aziende che hanno definito funzioni dedicate alla sostenibilità), vision (imprese che hanno incluso nel proprio piano industriale obiettivi di sviluppo sostenibile a medio – lungo periodo), confronto (aziende che hanno avviato iniziative di ascolto e coinvolgimento strutturate con tutti i propri stakeholder) e trasparenza (imprese che hanno redatto un bilancio di sostenibilità o una dichiarazione non finanziaria).
Sostenibilità vuol dire efficienza
Le 100 aziende censite hanno un capitale sociale pari a 11 miliardi di euro (il 69,8% detenuto da azionisti pubblici), ricavi per 31 miliardi e un valore aggiunto distribuito di 9,1 miliardi. I lavoratori impiegati sono 79.307 (dato 2019), con un’età media di 46,7 anni e una percentuale di donne dirigenti del 15,8%. Tra queste 100 aziende, 15 risultano maggiormente impegnate nella sostenibilità a livello di governance, vision, confronto e trasparenza. La ricerca evidenzia come in tutti e tre i settori di riferimento (blue, green e yellow) le aziende maggiormente impegnate nel campo della sostenibilità siano quelle che ottengono anche i migliori risultati. A proposito di acqua, in tema di investimenti pro capite, ponendo come obiettivo i 90 euro per abitante dei migliori Paesi europei, il nostro Paese è al 44,6%: il dato sale al 45,6% per le “Utilitalia 100” e al 53,4% per le “Utilitalia 15”. Per quanto riguarda le perdite idriche di rete, ponendo come ambizioso obiettivo quello del 25% (Classe A), l’Italia si colloca al 42,4%: le 100 imprese censite sono al 40,8%, dato che scende al 37,8% se si analizzano solo le 15 più votate alla sostenibilità. Nel campo dell’igiene urbana, per quanto riguarda le percentuali di raccolta differenziata, posto l’obiettivo del 65% del Codice Ambiente per il 2012, la Penisola si colloca al 58,1% mentre le “Utilitalia 15” raggiungono il 66,6%. Se si analizza invece lo smaltimento in discarica dei rifiuti, ponendo come obiettivo la discesa al di sotto del 10% entro il 2035 (pacchetto Ue sull’economia circolare), l’Italia è attualmente al 22%, rispetto al 18,5% delle “Utilitalia 100” e all’8,3% delle “Utilitalia 15”. Anche nei settori energetici si osservano simili andamenti, con migliori performance ottenute dalle aziende maggiormente propense alla sostenibilità sulla percentuale di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e sulla quota di contatori del gas elettronici in servizio.
Utilities centrali per realizzazione agenda 2030
“Dalla nostra ricerca – spiega il presidente di Utilitalia, Giovanni Valotti – emerge chiaramente come la sostenibilità sia ormai un vero e proprio fattore di performance: le imprese che spingono in questa direzione ottengono i risultati migliori. Come sistema siamo chiamati a proseguire con ancora maggiore decisione lungo questa strada, per contribuire allo sviluppo sostenibile con “passi audaci e trasformativi”, come chiede l’Agenda 2030 dell’Onu. Non faremo mancare il nostro contributo per portare il nostro pianeta anche sulla strada della resilienza: un elemento che, proprio in piena emergenza coronavirus, è legato a doppio filo a quello della sostenibilità”.
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