Rifiuti: i lavoratori Aamps scioperano per non spegnere il termovalorizzatore di Livorno
Il 21 novembre ci sarà la protesta dei sindacati contro progetto di dismissione previsto nell’ottobre del 2023, ma anche per i posti di lavoro
I dipendenti di Aamps, la società dei rifiuti di Livorno, sciopereranno il 21 novembre per chiedere al Comune e all'azienda di non spegnere il termovalorizzatore e di rispettare gli accordi sulla stabilizzazione dei precari. I dipendenti di Aamps sciopereranno anche a difesa dell'occupazione e per la stabilizzazione dei precari, dato che la dismissione dell'impianto farà perdere 36 posti mentre invece "se il termovalorizzatore restasse operativo, si guadagnerebbero 36 posti di lavoro in più".
Effetti negativi su smog e Tari
"La chiusura del termovalorizzatore prevista a ottobre 2023 causerà una maggior produzione di inquinamento", affermano le sigle Fp-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Fiadel, e "aumenterà l'inquinamento dovuto al trasporto su gomma, i rifiuti fino a oggi conferiti nell'impianto in zona Picchianti verranno caricati ogni anno su centinaia di camion per essere trasportati altrove". Viene inoltre evidenziato che "lo spegnimento produrrebbe effetti negativi sulle tasche dei cittadini, a seguito dell'aumento della Tari. Lo smaltimento in altre città dei rifiuti comporterà un aumento dei costi di circa 1,5 milioni di euro all'anno". Infine, la società partecipata Aamps dovrà sostenere costi per il pagamento dell'energia elettrica. "Ricordiamo - scrivono - che fino a oggi questo costo è stato pari a zero poiché l'azienda poteva sfruttare l'energia prodotta dallo stesso termovalorizzatore. A tutto ciò dovremo sommare i mancati ricavi per la vendita dell'energia elettrica, ambito in cui si sono recentemente registrati incassi record (in alcuni periodi il fatturato mensile relativo alla vendita di energia ha superato il milione di euro).