Rifiuti e termovalorizzatore di Roma. Lettera aperta al sindaco di Roma Roberto Gualtieri
Riceviamo e volentieri publichiamo
di Margherita Bologna*
Egregio signor Sindaco nonché Commissario straordinario ai rifiuti per il Giubileo Roberto Gualtieri,
come lei afferma è vero che l’assenza di impianti produce inquinamento ma non è certo un impianto che produce energia dai rifiuti “la soluzione più green esistente oggi”. E’ sufficiente non omettere, come fa lei, il fatto che un “termovalorizzatore” produce poca energia rispetto a quella che spreca e il fatto che consuma tantissima acqua oltre a produrre 1,35 ton di CO2 per ogni ton. di rifiuti bruciati, che le ragioni del suo trionfalismo si sgonfiano da sole. Al contrario, 1 ton di materia plastica riciclata equivale a 1,9 ton di petrolio risparmiato e a 1,4 di tonnellate di emissioni di CO2 ridotte.
Ha omesso poi di ricordare il costoso impianto per ridurre la CO2 prodotta, ed il costo per l’impianto di inertizzazione delle ceneri leggere, per un totale di 150 Mln di euro preventivati nel Piano Gestione Rifiuti Roma Capitale (PGRRC).
Ma anche questi impianti non bastano a ridurre il carico inquinante perché i “termovalorizzatori” producono anche emissioni inquinanti come diossine, furani, ossidi di azoto, metalli pesanti, polveri, nanoparticelle. Insomma, possiamo dire che gli inceneritori trasformano una quantità di rifiuti visibili in una quantità maggiore di rifiuti invisibili ma molto più dannosi per la salute. Quindi definire “economia circolare allo stato puro” quella realizzata con il ”termovalorizzatore” suona proprio come una grave presa in giro dei cittadini. Possibile che i suoi compagni di partito a partire dalla segretaria Elly Schlein e dalla responsabile ambiente Annalisa Corrado siano cosi poco accorti da avvallare un simile progetto?
Se volesse dare uno sguardo a nazioni più evolute nel settore del trattamento dei rifiuti ci sono esempi all’avanguardia come quello realizzato nell’impianto gestito da IVAR a Forus, in Norvegia. Qui (come del resto a Varsavia in Polonia ed in altre capitali europee come Barcellona) si selezionano i rifiuti indifferenziati prima di avviarli alla valorizzazione energetica, sulla base del presupposto che nei materiali inviati all’incenerimento è incorporata l’energia spesa per la loro produzione. Se dall’incenerimento con recupero energetico estraiamo solo un 25-30% di questa energia, con la selezione e il riciclo dei materiali l’energia ricavata (e perciò risparmiata) è molto superiore. Pertanto, come ho indicato nelle mie Osservazioni al PGRRC, che qualcuno dei suoi Uffici ha ben occultato tant’è che non sono state pubblicate nel documento di Sintesi della VAS, è necessario prevedere nel Piano due impianti di selezione dei rifiuti indifferenziati per recuperare i massimi quantitativi di materia da inviare al riciclo. Solo dopo possiamo parlare di inviare a recupero ciò che rimane.
Ma poi è proprio vero che mettere un solo impianto per la chiusura del ciclo tra l’altro in un’area con produzioni agricole di pregio, sia una scelta migliore di quella che impiega diverse tecnologie sostenibili in quanto non producono emissioni, per trattare le differenti tipologie di rifiuti?
Tali impianti se collocati in un’area non troppo distante dal luogo di produzione o collocati in distretti del riciclo all’interno di ciascuna regione produrrebbero immensi vantaggi economici e benefici ambientali poiché la vicinanza geografica degli impianti rispetto al luogo di produzione dei materiali da trattare fa risparmiare tempo e carburanti, mentre collegamenti troppo estesi richiedono costi economici superiori.
Gli impianti di pirolisi contenuti nella proposta innovativa “Riciclo Totale” sono modulari, quindi dimensionabili in rapporto alle necessità; inoltre possono essere collocati a distanza ragionevole dal luogo di produzione dei rifiuti. E, con buona pace del Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti, non c’è affatto necessità di creare delle Macroregioni per il trattamento dei rifiuti come gli urbani indifferenziati ed altri scarti.
Lei afferma: “Una cosa è dire il termovalorizzatore deve essere limitato alla parte indifferenziata, non deve ‘mangiarsi’ la differenziata, e questo è giusto e lo condivido. Altro è dire: dove non c’è niente mandiamo in discarica. Dopo la differenziata, quello che rimane è giusto che produca energia. Noi abbiamo esattamente individuato la dimensione del tmv, calcolata su un alto livello di differenziata, riduzione e riciclo”.
Se ben ricordo avendolo letto l’estate scorsa, il Piano gestione rifiuti di Roma non prevede obiettivi per l’effettivo riciclo di materia per il 2025, l’anno del Giubileo. Mi scusi, ma Lei non è stato nominato Commissario in funzione di questo importante evento?
Sa che se i suoi Uffici si mettessero al lavoro alacremente i due impianti di selezione e tutti gli altri contenuti nella mia proposta Riciclo Totale potrebbero essere pronti per quella data?
Con le sue dichiarazioni svianti, amplificate da una stampa sottomessa al potere, è riuscito a far dimenticare al popolo di Roma e ai suoi compagni di partito che è questo lo scopo principale della sua nomina a Commissario ai rifiuti! Ce ne sarebbe a sufficienza per rimuoverlo!
Tanti auguri per la città di Roma
*Margherita Bologna è un’ex giornalista scientifica, ricercatrice ed esperta nuove tecnologie per gestire i rifiuti e autrice della proposta “Riciclo Totale”