Utilitalia, migliora la qualità dei fanghi da depurazione
Gli scarti possono essere riutilizzati in agricoltura per contrastare l'aridità dei suoli e ridurre l'apporto di fertilizzanti chimici
La maggior produzione di fanghi per un buon impianto di depurazione rappresenta un elemento virtuoso, dal momento che è direttamente correlato al carico di inquinante abbattuto. Sono alcune delle evidenze della ricerca “Utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura”, messa a punto da Utilitalia (la Federazione dei gestori di acqua ambiente e energia), dedicata al trattamento delle acque reflue urbane (su una base di circa 395 mila tonnellate di sostanza secca all'anno, per circa 35 milioni di abitanti residenti; la produzione stimata potrebbe raggiungere quasi 850 mila tonnellate di secco).
Secondo l'indagine, presentata a Roma, “la quantità dei fanghi è direttamente correlata al grado di affinamento delle acque reflue raggiunto”. I dati evidenziano "un netto miglioramento della qualità dei fanghi prodotti negli ultimi 30 anni. La quantità media annuale di 'fanghi' prodotti (perciò lo scarto post-depurazione) per abitante è di 17-18 chilogrammi di sostanza secca.
Il costo dello smaltimento dei fanghi - continua la ricerca - può oggi essere valutato tra i 5 e i 7 euro ad abitante all'anno. Il costo unitario di recupero-smaltimento è cresciuto nell'ultimo anno da 50 a 90 euro a tonnellata di fango tal quale. Tradotto, questo significa un onere complessivo a carico del Servizio idrico integrato di 400-500 milioni di euro all'anno, visto che la produzione complessiva di fanghi è pari a 4,5-5 milioni di tonnellate all'anno; a fronte di un prelievo complessivo d'acqua, per soddisfare la domanda, stimato in 34,2 miliardi di metri cubi".
"La produzione di fanghi in quantità crescenti o comunque rilevanti - osserva il vicepresidente di Utilitalia Filippo Brandolini - è sintomo dell'efficacia del processo depurativo che, a sua volta, è una fase fondamentale per restituire all'ambiente le acque dopo il loro uso. I fanghi contengono sostanze utili per contrastare l'aridità dei suoli e ridurre l'apporto di fertilizzanti chimici. Occorre però - continua Brandolini - un quadro normativo che, ovviamente prevedendo adeguati sistemi di controllo, favorisca il riuso dei fanghi in agricoltura".
Nel recente censimento delle migliori pratiche nei Servizi pubblici, 'Utili all'Italia', sono contenuti numerosi progetti innovativi in questo ambito: ci sono utility che, osservando questi principi, riescono a trasformare gli scarichi dei nostri bagni in combustibile per auto grazie a sofisticati sistemi di trattamento dei fanghi di depurazione, oppure producono biogas, biometano per autotrazione, recuperano l'energia termica dalle acque di scarico e, naturalmente, c'è chi riusa l'acqua depurata per l'irrigazione e recupera i nutrienti (tipo azoto e fosforo) contenuto nei fanghi.
Utilitalia ritiene che "l'uso dei fanghi in agricoltura vada rafforzato conferendo, però, all'intera filiera del processo un'adeguata robustezza amministrativa e tecnica, con la presenza di operatori professionali e sulla base di procedure standardizzate".