I vertici di Iren parlano a Piacenza: prepariamoci ai cambiamenti, ma al momento nessuna novità
Con la legge di stabilità - ha detto l’ad Profumo - è stato avviato un percorso diverso rispetto alle società partecipate, che nasce dall’analisi di Cottarelli per la spending review
“Vorrei che Iren fosse vista per le grandi opportunità che può dare: siamo la vostra azienda, non vogliamo avere rapporti con voi solo quando c’è da nominare i rappresentanti degli enti. Possiamo dare sviluppo al territorio". Lo ha detto il presidente della multiutility del Nord-Ovest Francesco Profumo nel suo intervento nella sede del Consiglio comunale di Piacenza sul piano industriale. “Con la legge di stabilità - ha detto - è stato avviato un percorso diverso rispetto alle società partecipate, che nasce dall’analisi di Cottarelli per la spending review. Un percorso stimolato dal fatto che per l’Europa nel 2025 il 70 % del Pil sarà generato dai servizi. In Italia ci troviamo davanti a un eccesso di frammentazione per questo tipo di attività, e non è stata creata un’industria per le società di servizi”.
Sviluppo rete di teleriscaldamento - Profumo ha confermato la volontà da parte di Iren di sviluppare la rete del teleriscaldamento, "tenendo conto che sono stati fatti investimenti importanti; con il telecontrollo arriveremo a una contabilizzazione precisa del singolo alloggio. Anche sul ciclo integrato dei rifiuti oggi abbiamo avuto un incontro con Atersir, confermando il nostro impegno di investimenti per la manutenzione straordinaria".
Una società sana - “Iren è un’azienda molto solida e sana - ha confermato l’ad Bianco - con grandi capacità industriali. Ho spinto fortemente per una semplificazione della struttura organizzativa, tracciando le linee fondamentali con i nostri azionisti e i nostri stakeholders. Questo sarà un grande banco di prova”.
“Il Debito di Iren - ha quindi chiarito - è di 2 miliardi e 300 milioni di euro, con un ammortamento di 2 miliardi e 800 milioni. La dimensione attuale non è critica, non sono stati dismessi asset strategici; rispetto a prospettive di fusione citate, come A2A e Hera, ad oggi non esistono prospettive di questo tipo, esistono degli spazi di crescita del gruppo di piccole dimensioni”.