Al via 200 nuovi controlli congiunti di Autorità dell’energia e GdF
Il piano dedicherà particolare attenzione alla verifica delle spese di investimento dichiarate dalle imprese per il calcolo delle tariffe, per evitare che nelle bollette degli utenti vengano riconosciuti costi non dovuti o non strettamente legati al servizio
Saranno circa 200 le nuove ispezioni e controlli tecnici che l’Autorità per l’energia e il Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza svolgeranno insieme, nel 2015, a tutela dei consumatori. Un piano di vigilanza congiunto nei settori gas, energia elettrica e idrico, che quest’anno dedicherà particolare attenzione anche alla verifica delle spese di investimento dichiarate dalle imprese per il calcolo delle tariffe, per evitare che nelle bollette degli utenti vengano riconosciuti costi non dovuti o non strettamente legati al servizio. Previsti anche nuovi controlli sulla qualità dei call center e sulla corretta applicazione dei bonus di sconto. Sono queste le principali linee di sviluppo del “Piano dei controlli 2015” definite dal Presidente dell’Autorità Guido Bortoni e dal Generale Vincenzo delle Femmine durante l’annuale incontro tra i vertici dell’Autorità e il Comando dei Reparti Speciali della Guardia di Finanza.
Verifiche documentali, non solo ispezioni - Oltre alle tradizionali attività di ispezione dedicate alla sicurezza gas, alla continuità del servizio elettrico e al settore idrico, la vigilanza si concentrerà quindi anche sull’analisi dei documenti presentati dalle imprese relativi agli investimenti per la realizzazione delle infrastrutture regolate (reti di distribuzione e trasporto di gas elettricità e acqua).
Per garantire sempre più efficacia a questo tipo di controlli Autorità e GdF hanno deciso di incrementare le attività di verifica documentale e ispettiva, utilizzando anche le risorse in precedenza impiegate nella vigilanza sulla cosiddetta Robin Hood Tax.
Sempre in materia tariffaria, nel Piano 2015 vengono confermati i controlli sugli incentivi riconosciuti per miglioramenti della qualità del servizio; particolare attenzione sarà dedicata alle tariffe applicate nel settore idrico dove, oltre ai costi di investimento dichiarati, sarà verificata l’effettiva restituzione della quota di remunerazione del capitale investito nel periodo 21 luglio 2011 – 31 dicembre 2011, abolita dal referendum. Vengono poi confermate tutte le verifiche legate in particolar modo al rispetto della regolazione su potere calorifico, pressione e grado di odorizzazione del gas, così come l’effettiva funzionalità del pronto intervento gas. Al via anche la vigilanza congiunta sulla trasparenza e l’integrità dei mercati energetici all’ingrosso.
I risultati del Piano di controlli 2014 - Anche nel 2014 sono state circa 200 le ispezioni compiute in collaborazione tra Autorità energia e Guardia di Finanza. Tra i principali risultati, vanno ricordati i circa 15 milioni di euro recuperati grazie ai controlli già effettuati lo scorso anno sul valore degli investimenti nella distribuzione gas remunerati ai fini tariffari. È stimabile in circa 14,5 milioni di euro, invece, il minore impatto per i settori elettrico e gas derivante dai controlli sugli incentivi riconosciuti per la qualità del servizio e sul corretto operato delle imprese nel riconoscimento degli indennizzi dovuti. Nel settore idrico sono stati avviati i primi procedimenti sanzionatori e, dove si sono riscontrate irregolarità, saranno ridotte le tariffe riconosciute, in particolare sui ricavi da riconoscere al gestore, cioè il valore su cui è basato il calcolo delle tariffe dei clienti finali.
Sanzioni e denunce - Più in generale, va infine ricordato che nel corso del 2014 l’Autorità ha irrogato sanzioni per oltre 11 milioni di euro. I controlli hanno poi portato a 2 denunce penali per mancata odorizzazione del gas su 68 controlli effettuati e all’avvio di 4 procedimenti sanzionatori (su 51 imprese controllate) per mancato rispetto delle norme sul pronto intervento gas.
Da segnalare, infine, l’effetto deterrente delle ispezioni che, in alcuni ambiti, come nel caso di connessione di impianti produttivi, ha contribuito a raggiungere un sostanziale rispetto delle regole, con una conseguente forte riduzione del numero dei reclami.