Nel 2021 in Italia le emissioni di gas serra cresceranno ancora (+0,3%). Primato di CO2 nell’aria
Le previsioni dell’Ispra. Segnali positivi: le emissioni sono meno forti della crescita del Pil, cioè inquiniamo meno a parità di produzione. In maggio 419 ppm è stato il valore medio
In Italia per il 2021 è atteso un incremento delle emissioni di gas serra dello 0,3% rispetto al 2020, cioè molto meno del Pil. Significa che il disaccoppiamento fra emissioni e andamento economico dato dalla migliore efficienza energetica comincia a dare risultati positivi, e a parità di produzione si emette meno CO2.
A dirlo è l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) in base ai primi dati disponibili sull'andamento di quest'anno. La causa dell'aumento delle emissioni è la "conseguenza della ripresa delle attività economiche". Nel frattempo, la CO2 nell'atmosfera continua ad aumentare e neanche lo stop all'economia dovuto al coronavirus ha invertito il processo. La nuova conferma alla tendenza viene dalla Noaa, l'agenzia statunitense per la meteorologia e il clima, e dall'Istituto Scripps di Oceanografia di San Diego, California, che monitorano la situazione dall'Osservatorio di Mauna Loa alle Hawaii.
Il disaccoppiamento
Per l'Ispra - che conferma "il disaccoppiamento tra emissioni e tendenza dell'indice economico" - tale andamento conferma "la necessità di modifiche strutturali, tecnologiche e comportamentali che riducano al minimo le emissioni di gas serra nel medio e lungo periodo". Si conferma, in linea generale, "il disaccoppiamento tra l’andamento delle emissioni e la tendenza dell’indice economico”.
I settori, chi sale e chi scende
La stima è dovuta alla riduzione delle emissioni per la produzione di energia elettrica (-1,4%), all'incremento della produzione idroelettrica di fronte a un aumento della domanda di energia, e alla riduzione dei consumi energetici nei trasporti (-0,9%); ma al tempo stesso a un incremento delle emissioni negli altri settori come nell'industria (+2,7%) e nel riscaldamento (+1,5%).
La CO2 nell’aria
A maggio del 2021 si è raggiunto il massimo livello di CO2 in atmosfera da sessant'anni, ovvero da quando si fanno rilevazioni scientifiche (1958): 419 parti per milione (ppm) è stato il valore medio del mese. L'anidride carbonica è aumentata di 1,8 parti dal maggio 2020, quando era circa 417 ppm; l’aumento per fortuna è leggermente inferiore a quello degli anni precedenti. La quantità di anidride carbonica nell'atmosfera oggi è paragonabile a quella del Pliocene, fra 4,1 e 4,5 milioni di anni fa. A quell'epoca, il livello del mare era di circa 24 metri più alto di oggi, e la temperatura media era quasi 4 gradi più alta di quella dell'epoca pre-industriale.