Così il Clean Industrial Deal di Bruxelles mobiliterà 100 miliardi
Entro giugno nuove norme semplificate sugli aiuti di Stato. Il documento potrebbe mettere in movimento nel breve termine oltre 100 miliardi di euro per sostenere la produzione industriale pulita nell'Ue. Revisioni in vista per la tassonomia, la rendicontazione della sostenibilità aziendale Csrd, la direttiva sulla due diligence per la responsabilità aziendale e il meccanismo Cbam di adeguamento del carbonio alle frontiere.
Il Clean Industrial Deal potrebbe mettere in movimento nel breve termine oltre 100 miliardi di euro per sostenere la produzione industriale pulita nell'Ue, di cui una garanzia di 1 miliardo di euro nell'ambito dell'attuale bilancio comune. Questo spera la Commissione europea con il suo piano che prevede di semplificare le norme sugli aiuti di Stato entro giugno per accelerare la transizione verso le energie pulite, promuovere la decarbonizzazione dell'industria e garantire una capacità manifatturiera adeguata per le tecnologie verdi in Europa.
L'annuncio include iniziative promettenti, per esempio la creazione di mercati da cui partire per la diffusione di prodotti decarbonizzati come l'acciaio a basse emissioni di carbonio, integrando criteri non legati al prezzo nei finanziamenti dell’Ue.
Ancora da scoprire
Nel suo piano Bruxelles presenta una serie di proposte che saranno dettagliate nei prossimi mesi e - in attesa del fondo Ue per la competitività di cui non si conosce ancora l'entità e che arriverà soltanto nel prossimo bilancio pluriennale comune - propone una banca per la decarbonizzazione industriale, con l'obiettivo di raggiungere quota 100 miliardi di euro di finanziamenti. A contribuire alla realizzazione del nuovo meccanismo saranno i fondi già disponibili nel Fondo per l'Innovazione e le entrate aggiuntive derivanti da parte dell'Ets e dalla revisione di InvestEU, che prevede di mobilitare fino a 50 miliardi in investimenti pubblici e privati aggiuntivi destinati, tra l'altro, alle tecnologie pulite, alla mobilità sostenibile e alla riduzione dei rifiuti.
L'Industrial Decarbonisation Accelerator Act (Idaa), che sarà annunciato entro la fine dell'anno, sarà il primo vero banco di prova della Commissione per quanto riguarda il Clean Industrial Deal. L'Idaa proporrà misure per affrontare le questioni relative alle autorizzazioni per alcuni settori e per facilitare l'accesso ai fondi dell’Ue.
Appalti pubblici
La Commissione europea si prepara a rivedere il quadro degli appalti pubblici nel 2026 per introdurre criteri di preferenza europea per i settori strategici per la decarbonizzazione, si legge nel Clean Industrial Deal presentato dalla Commissione europea. Nel complesso, la strategia di Bruxelles si declinerà nel rafforzamento del principio del made in Europe e del buy European per la produzione industriale.
Competitività
Il Clean Industrial Deal si presenta come pilastro fondamentale della seconda legislatura di Ursula von der Leyen per permettere all'Europa di "cambiare passo" e colmare il divario di competitività con Stati Uniti e Cina. La strategia complessiva prevede anche un ampio piano di semplificazione, che prende il via con il primo di una serie di pacchetti Omnibus pensati per ridurre la burocrazia. La prima ondata di semplificazioni riguarderà quattro atti legislativi non ancora recepiti da tutti gli Stati membri, il cui rischio di applicazione disomogenea tra le diverse capitali europee ha sollevato preoccupazioni. Tra questi, la tassonomia degli investimenti sostenibili, che diventerà volontaria per le imprese al di sotto di una certa soglia di dipendenti. Anche la direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (Csrd) e la direttiva sulla due diligence per la responsabilità aziendale saranno semplificate, così come il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam), dai cui vincoli saranno esentati i piccoli importatori.
I commenti della Commissione Ue
Con il Clean Industrial Deal "puntiamo a ridurre le emissioni industriali fino al 30%". "È un chiaro segnale che facciamo sul serio", ha detto il commissario per il clima, Wopke Hoekstra, in conferenza stampa. "Stiamo mobilitando ogni risorsa disponibile e facendo leva su molteplici canali di finanziamento per stimolare un aumento senza precedenti degli investimenti nelle reti e nell'energia pulita a breve, medio e lungo termine", ha assicurato il commissario, confermando l'intenzione di lanciare una Banca per la decarbonizzazione, "basata in parte sul sistema di scambio delle quote di emissione" che secondo le stime di Bruxelles potrebbe raccogliere fino a 100 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. "Sulla base della nostra esperienza, questo potrebbe mobilitare fino a 400 miliardi di euro", ha assicurato Hoekstra. "L'Europa" vuole "semplificare" le sue regole e "sa riformarsi, senza motosega, ma con uomini e donne competenti, che ascoltano gli attori economici", ha detto il vicepresidente della Commissione europea responsabile per l'Industria, Stéphane Séjourné. Un chiaro riferimento alla motosega esibita da Elon Musk sul palco dei conservatori americani simbolo della sua sfida alla burocrazia.
"Il documento sul Clean Industrial Deal, accompagnato dal piano d'azione per l'energia accessibile, propone un approccio integrato e inclusivo, volto a garantire che nessuna impresa, indipendentemente dalla sua dimensione, resti indietro", ha scritto su X il vicepresidente esecutivo della Commissione europea con deleghe alla Coesione e alle Riforme, Raffaele Fitto. "Con queste misure, vogliamo costruire un settore produttivo europeo più resiliente, innovativo e competitivo a livello globale", si legge nel post.
Il commento del Wwf
A parere del Wwf, il documento strategico della Commissione Ue “non riesce a fornire una visione chiara, ambientalmente sostenibile ed equa per la trasformazione industriale in Europa. Per essere veramente efficace, l'accordo deve garantire certezza normativa, fornire investimenti mirati verso soluzioni verdi, portare a impegni concreti da parte delle industrie per la decarbonizzazione e avere una solida base di giustizia sociale”. Aggiunge Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia: “L'industria europea ha bisogno di una bussola per orientarsi a lungo termine, non di un cerotto. La vera forza e competitività dell'industria dell'Unione risiede nella rapida decarbonizzazione, in investimenti mirati e nella diffusione su larga scala di tecnologie pulite in modo equo, non nella distribuzione di risorse a pioggia tra tutte le tecnologie o nella scelta di soluzioni temporanee. La proposta è un passo avanti, ma non è sufficiente per definire una visione coraggiosa per la trasformazione industriale dell'Europa”.
Il documento del Wwf sulla strategia europea Clean Industrial Deal https://www.wwf.eu/?17150816/pr-clea...