Agricoltura e biodiversità. Pochi coltivatori conoscono Rete Natura
Quattordici Regioni hanno attivato finanziamenti per gli agricoltori, ma molti di loro non lo sanno. Il progetto fa.re.na.it
Si è svolto a Roma nella sede della Società Geografica Italiana il convegno conclusivo di fa.re.na.it. (Fare rete per Natura 2000 in Italia), il progetto finanziato dall'Ue con il programma Life+ che nel corso degli ultimi 42 mesi ha posto interrogativi importanti sul ruolo degli agricoltori che operano all'interno dei siti Rete Natura 2000, la più imponente operazione di protezione della biodiversità messa in piedi dall'Unione Europea ancora scarsamente conosciuta.
Nel nostro Paese la Rete Natura 2000 istituita nel 1992 (composta da Sic, Siti di interesse comunitario, da Zsc, Zone speciali di conservazione e da Zps Zone di protezione speciale) copre complessivamente circa il 21% del territorio nazionale. Si tratta di un territorio molto vasto in cui operano molte aziende che, in quanto inserite in un contesto ambientale di altissimo valore, sono soggette ad una serie di vincoli amministrativi importanti.
Tutte le Regioni italiane hanno almeno il 10% del proprio territorio coperto da siti Natura 2000 e ben 7 hanno più di un quinto dell'intero territorio che ospita Sic e Zps, con l'Abruzzo primatista nazionale (35,7% del territorio).
Nello specifico, secondo il rapporto sull'applicazione della condizionalità in Italia diffuso dal ministero delle Politiche Agricole nel settembre 2010, erano solo 3.513 le aziende agricole che si prevedeva avrebbero beneficiato dei fondi per la conservazione degli habitat e delle specie presenti nelle aree Sic e Zps, su un totale complessivo di circa 200.000 aziende che operano nei Siti natura 2000 (dati Enea 2011).
La ricerca Flash Eurobarometer ha dimostrato a più riprese, prima dell'inizio di fa.re.na.it, che il 78% degli agricoltori italiani non conosce Rete Natura 2000. Ma stando ai dati raccolti da un'indagine finale effettuata da fa.re.na.i.t., nei mesi di gennaio e febbraio 2015 su un campione di 2.035 imprese agricole provenienti da tutto il territorio nazionale, la percentuale passa dal 78% al 74% segnando quindi un +4% di coloro che dichiarano ora di conoscere la Rete Ecologica. Da un punto di vista geografico, le aziende del sud Italia si confermano avere il maggior grado di conoscenza del progetto. La Regione Basilicata si pone al primo posto per livello di conoscenza (58.3%), seguita dalla Regione Calabria (47.9%).
Fa.re.na.it. ha coinvolto in 37 seminari oltre 700 agricoltori ma un grande lavoro è stato svolto anche verso le Amministrazioni Pubbliche coinvolgendo circa 900 rappresentanti regionali e locali. Tale attività ha contribuito a sensibilizzare le regioni sull'importanza di investire risorse nelle misure di sviluppo rurale dedicate direttamente o indirettamente a Natura 2000. Nella nuova programmazione 2014-2020 è passato da 7 a 14 il numero di regioni (Basilicata, Campania, Liguria, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Umbria, Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Valle d'Aosta) che hanno inserito nei Programmi di Sviluppo Rurale le misure finanziarie per gli agricoltori che operano nei siti rete natura 2000.
Nel 2012 è emerso che il 58% degli agricoltori intervistati legava l'idea stessa di Rn2000 al vincolo della Valutazione d'Incidenza e "all'eccessivo carico burocratico" che obbliga gli agricoltori a rivolgersi a tecnici o professionisti per svolgere le pratiche o presentare le domande di contributo. Molti imprenditori agricoli dichiarano di non sapere nemmeno di trovarsi in un sito Rn2000.
Sono stati realizzati materiali divulgativi, spot radiofonici e uno spot video visibili sul sito www.lamiaterravale.it.
Fa.re.na.it è un progetto di Cts Centro Turistico Studentesco e Giovanile promosso insieme a Coldiretti, Comunità Ambiente, Ispra e Regione Lombardia.