Animalìe. Caccia, la stagione si chiude. Il Wwf: ennesimo bilancio negativo
Dice l’associazione: "Tra vittime dei cacciatori, blitz del parlamento e politiche regionali filovenatorie si chiude l'ennesimo anno da dimenticare"
La stagione venatoria si è chiusa nei giorni scorsi. La situazione climatica, i drammatici incendi della scorsa estate, l'aumento dei morti per caccia, l'incremento del bracconaggio anche su specie protette, i provvedimenti delle Regioni hanno reso più complessa la situazione.
“Anche quest'anno le guardie volontarie del Wwf hanno dato il proprio contributo con migliaia di chilometri percorsi e centinaia di ore spese per assicurare la legalità e controllare il territorio - afferma l’associazione ecologista Wwf - , in collaborazione con le forze dell'ordine ed in particolare con l’arma dei Carabinieri con cui, dopo l'assorbimento del Corpo Forestale dello Stato, il Wwf ha siglato un'importante accordo per la prevenzione e repressione dei reati ambientali e per l'informazione ed educazione ambientale”.
Incidenti di caccia - Anche questa stagione venatoria è stata caratterizzata da numerosi e gravi incidenti di caccia. A novembre 2017, il WWF ha sentito l'esigenza di richiamare l'attenzione del Ministro dell'Interno, evidenziando come in meno di due mesi si erano già registrate 44 vittime a causa dei cacciatori (17 morti e 27 feriti, di cui 4 morti e 7 feriti tra non cacciatori come riportato da l'associazione Vittime della Caccia). Una situazione che a fine dicembre si era ulteriormente aggravata con 25 morti e 58 feriti.
Normative - Agli sgoccioli della legislatura, attraverso un emendamento alla Legge di Bilancio dal titolo "controllo faunistico", esponenti della maggioranza di governo hanno provato ad allargare la possibilità di cacciare.
Le Regioni - Ad eccezione dell'Abruzzo, le altre Regioni - invece di rinviare a ottobre l'avvio della caccia per dare una tregua e consentire di riprendersi agli animali selvatici stremati dal caldo estremo, dagli estesi incendi e dalla siccità - hanno anticipato la stagione venatoria.
Solo nei mesi di dicembre 2017 e gennaio 2018 vi è stato un fiorire di leggi regionali non conformi alla legge quadro sulla caccia (Legge 157/1992): la Lombardia e la Liguria hanno adottato regole non uniformi sull'annotazione dei capi abbattuti; il Veneto ha stanziato 350.000 euro alle associazioni venatorie per finanziare progetti di informazione e di sensibilizzazione dei cacciatori, a vari scopi tra i quali contrastare il deprecabile fenomeno del bracconaggio; le Marche hanno finanziato iniziative delle associazioni venatorie, legate alla "cultura e tradizioni dei cacciatori" definiti "valorizzatori dell'habitat e dell'ecosistema"; la Liguria ha approvato una legge che apre al commercio di fauna selvatica; la Puglia ha ridefinito il concetto di "esercizio venatorio", limitandolo al solo impiego di "armi pronte all'uso e cariche".
Il bracconaggio - Sul bracconaggio si sono registrate uccisioni di specie protette, detenzione illegali o gravi maltrattamenti ai danni di animali selvatici, molti dei quali durante la stagione di caccia. Questi alcuni dei casi più eclatanti del 2017: un lupo decapitato vicino Pesaro, due lupi uccisi e esposti sulla strada a Radicofani, un lupo ucciso e lasciato come trofeo a una fermata degli autobus vicino Rimini; il ferimento di una rarissima Aquila reale in un Parco regionale vicino Fabriano, di un’Aquila del Bonelli in Sicilia e di un Falco pescatore vicino a Todi; l'uccisione di un Cervo sardo, specie particolarmente protetta; furti di piccoli o di uova di uccelli rapaci in tutto il Meridione (in Sicilia in particolare); numerosi casi di caccia illegale a Trento.
Tutti reati rispetto ai quali, grazie al sostegno volontario di decine di avvocati, il Wwf ha presentato denunce e esposti, costituendosi come parte civile nei procedimenti penali.
Le richieste del Wwf - “Anche questa stagione venatoria ha dimostrato la difficoltà del nostro Paese ad allinearsi agli standard internazionali ed europei in materia di tutela della fauna selvatica e di prelievo venatorio”, dice il Wwf. “Va totalmente invertita questa situazione, in cui l'unico elemento positivo è la costante diminuzione del numero dei cacciatori.
È necessario migliorare e aumentare l'attività di vigilanza venatoria da parte delle Forze dell'ordine e delle Amministrazioni locali. Va agevolata la nomina di nuove guardie volontarie delle associazioni di protezione ambientale, favorendone le attività nell'affiancamento alle Forze di polizia. Vanno aumentati i controlli, vanno introdotte regole più severe sul rilascio e sul rinnovo delle licenze di caccia”.