Animalìe. Salviamo gli elefanti, amici del clima e delle foreste
Appello del Wwf: l’azione di questi pachidermi favorisce la crescita e diffusione delle specie arboree in grado di immagazzinare la CO2
Sappiamo che la lotta ai cambiamenti climatici è fondamentale anche per la conservazione delle popolazioni di animali selvatici in tutto il mondo, ma è vero anche il contrario: secondo il Wwf, la conservazione della fauna selvatica svolge un ruolo essenziale nella regolazione del clima. Salvaguardando la fauna selvatica, contribuiamo a salvare il Pianeta, compresi noi stessi.
“Tra i principali alleati degli ecosistemi e quindi del clima ci sono gli elefanti. Questi mega-erbivori modellano in maniera unica le foreste e le savane in cui vivono: calpestano cespugli, abbattono alberi e creando sentieri e radure si comportano da veri e propri ingegneri degli ecosistemi che, grazie a loro, diventano più vari e ricchi di biodiversità”, scrive il Wwf. “Gli elefanti sono anche dei veri e propri giardinieri: con i loro escrementi contribuiscono a concimare il suolo, spesso arido e poco ricco di nutrienti e, mangiando i frutti di più di cento specie arboree differenti, svolgono l’importante servizio di dispersione e disseminazione dei semi degli alberi di savana e di foresta. In alcune foreste tropicali è possibile incontrare specie di alberi che riescono a riprodursi efficacemente soltanto se i semi sono stati prima digeriti dallo stomaco di un elefante: i succhi gastrici svolgono infatti un’importante funzione di attivazione della germinazione”.
Ma il ruolo degli elefanti come alleati delle foreste e del clima non si ferma qui: in un recente studio alcuni ricercatori hanno scoperto che le popolazioni di elefanti nelle foreste dell'Africa Centrale facilitano in maniera significativa la diffusione di alberi a crescita lenta con alta densità di legno che sequestrano più carbonio dall'atmosfera. Questo è dovuto al fatto che questi grandi erbivori preferiscono cibarsi delle specie a crescita rapida che sono quindi svantaggiate rispetto le specie a crescita lenta e ad alta densità di legno.
Eppure il bracconaggio sta decimando questi meravigliosi patriarchi: si stima che ogni 26 minuti un elefante venga ucciso da un bracconiere, per alimentare il mercato nero dell’avorio.
Gli scienziati stimano che senza la presenza degli elefanti la foresta pluviale africana perderebbe il 7% della sua capacità di immagazzinare carbonio. Insomma, se gli elefanti dovessero scomparire, il continente africano perderebbe lo stoccaggio di circa 3 miliardi di tonnellate di carbonio. Secondo alcune ricerche, infatti, ogni elefante in vita fornisce un servizio ecosistemico nella cattura del carbonio che vale più di 1,75 milioni di dollari.
I progetti del Wwf
Tra le attività promosse dal Wwf negli anni per la conservazione degli elefanti africani ricordiamo: la mitigazione dei conflitti con l’uomo, lo sviluppo del programma Zero Poaching, la collaborazione con il programma Traffic per ridurre il commercio di avorio, il lavoro di sostegno alle comunità locali attraverso lo sviluppo di attività economiche sostenibili, l’educazione ambientale, l’assistenza medica e il sostegno alla scolarizzazione.
Invece il progetto Wwf "Una foresta per gli elefanti " si realizzerà nel territorio del Tridom (Gabon, Camerun, Repubblica del Congo), al cui interno si sviluppa il selvaggio e ricchissimo parco di Ntokou Pikounda, l’ultimo avamposto per la conservazione degli elefanti di foresta. Dal 2018 il parco è a tutti gli effetti un’area protetta gestita in collaborazione con il Wwf.
Il progetto comprende azioni di studio e monitoraggio tramite foto trappole, analisi genetiche e tagging, rafforzamento del sistema antibracconaggio - vera e propria piaga in quest’area (circa 1.000 elefanti uccisi ogni anno - aumentando le risorse disponibili per gli uffici che lavorano sul campo, le tecnologie avanzate e la formazione delle guardie. L'impegno prevede inoltre un’intensa attività finalizzata a migliorare la convivenza tra elefanti e comunità locali, prevenendo i conflitti attraverso un nuovo approccio, denominato Safe, che punta al raggiungimento di 5 obiettivi misurabili: sicurezza per le persone; sicurezza per la fauna selvatica; protezione dei beni; protezione dell’habitat; monitoraggio efficace. Infine, contribuire alla gestione del Parco Nazionale di Ntokou Pikoumba.
Il video https://www.youtube.com/watch?v=flIe3hcwGR4&feature=youtu.be