Animalìe. Le sofferenze senza voce. Salva la bertuccia Rocket, crudeltà in Messico, basta gabbie
Il Tribunale di Cosenza conferma la condanna nei confronti di chi deteneva la scimmietta. Messico: nuova investigazione all’interno degli allevamenti di maiali
Il giudice monocratico del Tribunale Penale di Cosenza ha confermato la condanna già disposta con decreto penale nei confronti dell’imputato - un giovane proveniente dalla Tunisia e titolare di un’attività commerciale, presso la quale deteneva la giovane bertuccia in condizioni di cattività - rideterminandola in euro 10mila euro di ammenda (con beneficio di sospensione) e ha ordinato la confisca dell’animale con affidamento definitivo alla Lav Lega Antivivisezionista presso il centro di ricupero Crase di Semproniano (Grosseto), dove l’animale era già stato accolto dopo il sequestro, nonché il risarcimento del danno nei confronti della parte civile Lav. La bertuccia – specie fortemente minacciata di estinzione e inclusa nell’allegato 1 della Cites che ne vieta la detenzione, il commercio, il possesso, la donazione – ha subìto negli ultimi 40 anni un preoccupante declino, passando da oltre 21.000 animali a meno di 7.000 individui. La bertuccia è considerata il mammifero più trafficato sulla rotta Nord Africa-Europa, dove si registra un calo demografico del 50% negli ultimi 25 anni.
Rocket, questo il nome della giovane bertuccia, era stato trovato presso un’attività commerciale a Cosenza e quindi subito sequestrato. Da luglio 2018, quando fu portato presso il Crase di Semproniano, in provincia di Grosseto, è entrato a far parte della colonia di bertucce che la Lav ha salvato dal traffico internazionale.
“Siamo molto felici di questa sentenza e, soprattutto, che l’animale sia definitivamente confiscato e quindi libero da qualsiasi sfruttamento e traffico illecito”, commenta Andrea Casini, responsabile Lav area animali esotici, che aggiunge: “La detenzione di questi animali in casa, oltre ad essere contro ogni esigenza etologica, nonché riguardando una specie a rischio estinzione, è un reale pericolo sanitario per il diffondersi di malattie e un rischio fisico, in quanto questi animali sono considerati, da adulti, pericolosi (hanno una forza sorprendente e dei canini molto pronunciati)”.
I maiali nel Messico
Animal Equality ha rilasciato una nuova inchiesta realizzata dal team investigativo che rivela sconcertanti crudeltà inflitte su maiali e maialini allevati in Messico. Le immagini raccolte a Jalisco, la principale regione messicana produttrice di carne di maiale, documentano pratiche dolorose inflitte ai maiali all’interno degli allevamenti fin dai loro primi giorni di vita. Tra queste, la mutilazione della coda e la castrazione dei maialini, eseguite senza anestesia e senza essere accompagnate dalle necessarie cure veterinarie.
Afferma l’organizzazione animalista: “All'interno degli allevamenti, gli investigatori hanno ripreso animali che vengono feriti in modo del tutto gratuito e inutile dagli operatori. In aggiunta a questi ritrovamenti, le immagini mostrano animali afflitti da mastiti, congiuntiviti e problemi alla cute mai curati. Nei video si vedono maiali che giacciono abbandonati e in pessime condizioni sul pavimento dell’allevamento e in spazi talmente ridotti da impedire agli animali qualsiasi libertà di movimento. Molti maiali, inoltre, sono lasciati agonizzare per giorni nell’indifferenza degli operatori”.
Secondo la veterinaria Adriana Cossío coinvolta nell’indagine, la sofferenza e lo stress a cui questi animali sono condannati sono causa di comportamenti aggressivi nei maiali, che sono così portati ad aggredirsi tra loro.
Dice Animal Equality: “Negli allevamenti italiani oltre 9 milioni di animali allevati - pari al 93% dei suini maschi - vengono castrati senza anestesia, mentre il 97% di loro subisce anche il taglio routinario della coda, la troncatura o la levigatura dei denti senza anestesia in violazione delle direttive europee”.
Il video shock: https://bit.ly/3r4q2p2