Animalìe. Stop agli animali esotici nelle case degli italiani, lo dice la legge
Pubblicati in Gazzetta Ufficiale i decreti legislativi che impongono nuovi divieti alla detenzione di animali esotici e selvatici. I dettagli. La Lav: “Subito la lista delle specie vietate”
Sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale i tre decreti legislativi che regolano la detenzione di animali esotici e selvatici, quasi 5 milioni di esemplari ogni anno secondo i dati ufficiali, attualmente commerciati e detenuti in cattività in gabbie, teche, vaschette, garage e sgabuzzini delle case degli italiani.
L’Italia è il quinto Paese europeo - dopo Olanda, Cipro, Lussemburgo e Belgio - a rendere operative restrizioni importanti in questo settore, mentre Francia e Slovenia applicheranno norme simili il prossimo anno e il Consiglio europeo dei ministri ha recentemente impegnato la Commissione di Bruxelles a emanare una normativa comunitaria. La legge interverrà anche con sanzioni efficaci contro chi violerà i divieti di importazione, vendita e riproduzione, così come contro il traffico di specie protette in pericolo di estinzione.
Il contenuto del decreti
Ecco i principali contenuti dei Decreti legislativi 134, 135 e 136 del 5 agosto 2022 pubblicati il 12 settembre sulla Gazzetta Ufficiale a favore dei diritti degli animali e della tutela della salute. È prevista l’emanazione di due Decreti Ministeriali attuativi che porteranno alla salvezza di tanti altri animali (anche se nati o allevati in cattività) di specie diverse. Il decreto ministeriale previsto dall’articolo 5 sarà in capo al Ministero della Salute, il quale entro il 27 ottobre redigerà la cosiddetta “lista positiva”, come già adottata o in via d’adozione in altri sei Paesi Ue, che verrà stilata “in base al rischio sanitario, per la biodiversità o alla compatibilità con la detenzione in cattività per ragioni comportamentali, fisiche, biologiche, etologiche”.
La Lista Positiva, contrariamente all’attuale situazione, include solo le poche specie animali che potranno ancora essere commerciate e detenute in Italia.
Un altro decreto ministeriale dovrà invece vedere la luce entro il 27 marzo 2023 a firma del ministero della Transizione ecologica e stilerà la cosiddetta “lista negativa” che amplierà il numero di specie già vietate con il Decreto 19.4.1996 (una decina di ordini, varie decine di famiglie e centinaia di specie, che vanno da molti primati, ai grandi felini come tigri e leoni, a altri grandi mammiferi come gli elefanti, a specie di insetti, rettili e anfibi velenosi, urticanti, tossici), “tutte specie che costituiscono pericolo per la salute e per l’incolumità pubblica o per la biodiversità nonché gli ibridi tra esemplari delle predette specie e di altre specie selvatiche o forme domestiche e le loro successive generazioni”.
Chi detiene uno degli animali delle specie vietate non potrà farlo riprodurre, ma potrà tenerlo fino alla fine della sua vita naturale. I possessori dovranno denunciarne la presenza in Prefettura entro il 27 dicembre 2022. I negozi hanno tempo fino al 27 settembre 2023 per la messa in regola, con identificazione degli animali e formazione degli operatori.
I circhi e le mostre faunistiche viaggianti – per i quali un’altra Legge delega, approvata due mesi fa dalla Camera dei Deputati, ha previsto lo stop all’uso di tutti gli animali, non solo selvatici ed esotici – già dal 27 settembre 2022 non potranno far riprodurre gli animali delle specie vietate dalla lista negativa e non potranno acquisirne altri.
È prevista l’applicazione di queste norme di protezione degli animali anche agli ibridi, individui risultanti dall’incrocio di genitori di specie o sottospecie diverse, a prescindere dalle generazioni di incrocio. Saranno quindi vietate le “chimere” come i ligre (incrocio tra leone e tigre), i savannah (incroci tra gatti domestici e gattopardi-serval), o tra diverse sottospecie di tigri, oggi i più presenti nei circhi italiani.
In caso di violazioni è sempre disposta la confisca degli animali, che quindi potranno essere sempre salvati, “anche se non è pronunciata una condanna penale o non è stata applicata una sanzione amministrativa pecuniaria”, ed è previsto anche l’arresto con detenzione fino a sei mesi o ammenda da 20mila a 150mila euro. Chi commercerà illegalmente specie protette sarà sanzionato, “salvo che il fatto costituisca più grave reato”, grazie all’integrazione dell’articolo 727-bis del Codice penale con “l’arresto da due a otto mesi e con l’ammenda fino a 10mila euro”.
Viene realizzata un’unica anagrafe nazionale di cani e gatti nonché delle strutture e degli operatori che li detengono a qualsiasi titolo e tutti gli altri animali - anche quelli ex “da reddito” - dovranno essere identificati e registrati nella Banca Dati Nazionale anche per realizzare maggiori e più efficaci controlli sulle loro condizioni e le strutture che li ospitano. Prevista identificazione obbligatoria e certificazione veterinaria degli animali in vendita anche via internet.
Il commento della Lav
Il commento della Lav, Lega Anti Vivisezionista, dice “più tutela degli animali, più tutela della salute pubblica e prevenzione di epidemie e pandemie. Stop all’importazione di pipistrelli, detenzione di ragni velenosi e riproduzione di tigri e leoni e altri animali esotici in Italia. Ora il Ministro della Salute Roberto Speranza ha tutte le prerogative per il suo decreto attuativo”.
Afferma Gianluca Felicetti, presidente della Lav: “Possiamo certamente affermare che quanto decretato rappresenta, anche in applicazione della recente integrazione della Costituzione in tema di difesa degli animali e della biodiversità, una stretta nei confronti di un anacronistico commercio pericoloso per tutti e una positiva campagna educativa a lungo termine. Quanto approvato scoraggerà man mano le manie di collezionisti di animali e bloccherà mode pericolose che hanno portato, secondo Euromonitor, a una popolazione di oltre 50 milioni di mammiferi, uccelli, pesci e rettili di ogni tipo tenuti in stanze, garage e giardini, con un ritmo di milioni di nuovi animali all’anno detenuti. Un fenomeno non di poco conto, visto anche l’annoso problema delle cosiddette specie invasive aliene per le quali poi si invoca l’uso dei fucili”.