L’aria che tira. Con la ratifica della Ue l’Accordo di Parigi è vincolante
L’intesa sul clima della Cop21 del dicembre scorso è stata ratificata dall’Europa: con l’approvazione dei Paesi responsabili del 55% delle emissioni l’intesa diventa operativa
Il Parlamento europeo ha ratificato l'accordo di Parigi sul clima, alla presenza del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon e del presidente della Cop 21 Ségolène Royal.
Con la registrazione delle ratifiche di 7 Stati membri dell'Unione Europea, della Nuova Zelanda e del Canada, sono 74 i paesi che hanno ratificato l'Accordo di Parigi, ben oltre i 55 necessari, per un totale di emissioni del 58,82%, oltre il 55% richiesto.
L'accordo entrerà dunque ufficialmente in vigore il 4 novembre 2016, facendo di questa ratifica una delle più veloci nella storia dei trattati internazionali. L'accordo arriva pochi giorni dopo l'approvazione del documento da parte dei ministri dell'Ambiente Ue, giunta il 30 settembre.
Il parere di Bruxelles - "L'Unione europea ha trasformato l'ambizione del clima in azione per il clima”, commenta Juncker. “L'accordo di Parigi è il primo del suo genere e non sarebbe stato possibile se non fosse stato per l'Unione europea. Abbiamo continuato a dare prova di leadership e dimostrato cosa può fare l'Unione Europea quando lavora unita".
Il commissario europeo per l'Azione per il clima e l'energia, Miguel Arias Canete, ricorda che "il nostro compito è quello di trasformare gli impegni in azioni sul terreno. E qui l'Europa è davanti ad una curva. Abbiamo le politiche e gli strumenti per raggiungere i nostri obiettivi, guidare la transizione energetica globale e modernizzare la nostra economia. Il mondo è in movimento e l'Europa è orgogliosa di guidare questo processo".
Il parere del Wwf - “Il Wwf si augura che questo sia il segno di una forte volontà politica di lavorare insieme per limitare la più grave minaccia per il Pianeta come lo conosciamo, e per la stessa civilizzazione umana.
Alla Cop22 di Marrakech, che si svolgerà dal 7 al 18 novembre, si terrà dunque la prima riunione degli Stati che hanno ratificato l'Accordo. L'Italia forse parlerà solo attraverso l'Unione Europea e siederà come osservatore, dal momento che il Disegno di legge di ratifica, tardivamente approvato dal Consiglio dei Ministri del 4 ottobre, non ha ancora iniziato l'iter alle Camere. Il Wwf si appella ai Presidenti delle due Camere, Pietro Grasso e Laura Boldrini, perché l'iter abbia una corsia davvero veloce, consentendo all'Italia di sedere a pieno titolo alla riunione delle parti contraenti dell'accordo (Cma) in cui si decidono le questioni inerenti la procedura e l'attuazione del trattato. “Sarebbe grave - si legge in una nota - che una minaccia planetaria passasse in secondo piano rispetto agli appuntamenti politici italiani. Ovviamente, la ratifica è solo un passo, occorre lavorare per definire a attuare la strategia di decarbonizzazione”. A parere del Wwf, bisogna “invertire questa tendenza suicida e mantenere finalmente le tante promesse fatte, dal Green Act alla Strategia di decarbonizzazione, dal Piano Energetico Nazionale a provvedimenti - non solo dichiarazioni - per eliminare il combustibile fossile di cui possiamo fare a meno da subito, il carbone”.
Il parere di Greenpeace - "La velocità con cui l'Accordo di Parigi sta entrando in vigore è la dimostrazione che la COP 21 è stata solo l'inizio di un impegno di lungo termine a difesa del clima", commenta Luca Iacoboni, responsabile campagna Clima ed Energia di Greenpeace Italia. "Ora che c'è un accordo legalmente vincolante, i governi dovranno andare ben oltre gli obiettivi nazionali che si sono dati. Infatti con gli impegni attuali di riduzione delle emissioni, l'obiettivo di mantenere l'aumento di temperatura entro i 2 °C è impossibile, e men che meno quello, ambizioso ma necessario, di restare sotto 1,5 °C concordato lo scorso anno a Parigi".