Clima. Accordo per mettere al bando i refrigeranti scaldaclima ma salvaozono
Il programma di eliminazione degli Hfc darà il contributo maggiore per impedire il riscaldamento climatico. Gli Hfc sono i gas refrigeranti di frigoriferi e condizionatori, che hanno però permesso la chiusura del buco nell’ozono
Nella lotta contro il surriscaldamento del pianeta, circa 150 Paesi hanno concordato di limitare l'uso degli idrofluorocarburi Hfc, gas serra utilizzati nei freezer e nei condizionatori d'aria. L'accordo, raggiunto sabato mattina a Kigali (Ruanda), impegna i paesi industrializzati a ridurre l'uso degli Hfc prima dei Paesi in via di sviluppo. Parlando a Kigali, il Segretario di Stato Usa John Kerry ha detto che i gas in questione sono "disastrosi per il nostro clima".
L’intesa è importantissima perché da sola consegue una parte considerevole dell’obiettivo di frenare il riscaldamento dell’aria del mondo.
L'accordo rappresenta il primo test della volontà globale di combattere il surriscaldamento del pianeta, dallo storico Accordo di Parigi per ridurre le emissioni di carbonio raggiunto l'anno scorso.
L’intesa è un emendamento al Protocollo di Montréal, firmato nell’87 ed entrato in vigore nel 1989, e dal 2019 cominceranno a rinunciare agli Hfc i Paesi dall’economia più avanzata; in un secondo tempo toccherà ai Paesi di nuova economia, inclusa la Cina, che seguiranno entro il 2024. Un piccolo gruppo di Paesi, inclusa l'India e il Pakistan, hanno sostenuto che le loro economie hanno bisogno di più tempo per crescere e cominceranno a muoversi invece nel 2028.
Gli Hfc sostituirono i Cfc (clorofluorocarburi), i quali distruggono l’ozono, una molecola di ossigeno il quale forma uno strato che protegge la terra dai raggi ultravioletti più pericolosi del Sole.
Con i Cfc lo scudo di ozono era scomparso in molte zone, con la minaccia di malattie gravissime per l’uomo e di stragi di piante e animali.
A Montréal si decise di mettere al bando questi prodotti attraverso sostituti sempre meno pericolosi per l’ozono: prima gli Hcfc (idroclorofluorocarburi), meno dannosi, e poi gli Hfc (idrofluorocarburi), innocui per l’ozono ma con un effetto di riscaldamento molto forte. Il buco dell’ozono in una ventina d’anni si è richiuso.
Le organizzazioni mondiali per la difesa dell'ambiente avevano sperato che l'accordo avrebbe potuto ridurre il surriscaldamento globale di mezzo grado entro la fine di questo secolo, mentre secondo il presidente dell'Istituto per la governance e lo sviluppo sostenibile, Durwood Zaelke, questo obiettivo verrà centrato solo al 90%. In ogni caso, si tratterà della "più grande riduzione di temperatura mai raggiunta da un singolo accordo". L'accordo, ha detto David Doniger del Consiglio per la difesa delle risorse naturali, "equivale a fermare le emissioni di CO2 di tutto il mondo per oltre due anni". Si stima che l’accordo di Kigali abbia come effetto la riduzione di 70 miliardi di tonnellate di anidride carbonica delle emissioni dal 2030 al 2050, pari alla scomparsa dalla circolazione di 500 milioni di auto.