Arriva il piano Ue per l'economia circolare. Riparare invece di gettare
In arrivo leggi contro l'obsolescenza programmata e per il diritto di riparazione; torna anche il cavetto unico
La Commissione Europea lancia il piano di azione per l'economia circolare, uno dei pilastri del Green Deal, il piano per una transizione verso un'economia climaticamente neutra entro il 2050. Il piano approvato dalla Commissione mira a scollegare il più possibile la crescita economica dall'utilizzo delle materie prime, incentivando il riciclo dei materiali, facendo sì che le risorse rimangano "il più a lungo possibile" nell'economia europea.
Alcune idee
Regole per progettare i prodotti con un maggiore impiego di materie prime riciclate e per durare più a lungo, più facili da riutilizzare, riparare e riciclare. E un caricatore universale per cellulari, con cavi più resistenti. Sono alcune delle misure annunciate dalla Commissione europea nell'ambito del secondo piano d'azione Ue sull'economia circolare, che aggiorna e rinforza il primo del 2015.
Le iniziative legislative sono attese nel 2020 e 2021, con la proposta di estendere l'applicazione dei principi della Direttiva sulla progettazione ecocompatibile (ecodesign) e dell'etichetta energetica, che oggi riguardano gli elettrodomestici, a una più ampia gamma di prodotti e settori, come elettronica e Ict, batterie per veicoli, tessile, arredamento ed edilizia (anche per cemento, acciaio e prodotti chimici), imballaggi, plastica e alimentare.
C'è anche l'idea di un regime a livello Ue per la restituzione o la vendita di cellulari e tablet. Per quanto riguarda gli imballaggi, l'Ue esaminerà modi per ridurre quelli multi-materiale e aumentare l'uso di materie prime riciclate.
"Il modello lineare di crescita economica ha raggiunto i suoi limiti - ha detto il commissario Ue all'ambiente Virginijus Sinkevicius - dobbiamo passare a uno circolare per disaccoppiare la crescita economica dallo sfruttamento delle risorse, dalle emissioni inquinanti e di gas serra".
Ecco alcune delle regole allo studio.
Come definire l’economia verde
Entro fine anno la Commissione europea adotterà le classificazioni delle attività economiche eco-compatibili relative agli obiettivi di mitigazione dei cambiamenti climatici e di adattamento nella forma di atti delegati, che si applicheranno dal 31 dicembre 2021. Dopo l’accordo politico tra Consiglio e Parlamento Ue di metà dicembre sulla creazione del primo "elenco verde" al mondo (il sistema di classificazione per le attività economiche sostenibili, detto anche tassonomia), la Commissione ha accelerato il lavoro per definire il quadro normativo collegato che consentirà di creare un linguaggio comune per gli investitori da usare ovunque per investimenti in progetti e attività economiche con significative ricadute positive sul clima e sull'ambiente. A oggi non esiste un sistema comune di classificazione nel mondo che fornisca una definizione di "sostenibilità ambientale" per quanto concerne le attività economiche.
Oltre alla definizione degli obiettivi ambientali, sono stati definiti quattro requisiti che le attività economiche devono soddisfare per essere ammissibili: devono fornire un contributo sostanziale ad almeno uno degli obiettivi ambientali; non arrecare danni significativi a nessuno degli altri obiettivi ambientali; essere conformi a criteri di vaglio tecnico solidi e basati su dati scientifici; rispettare le garanzie minime di salvaguardia sul piano sociale e della governance.
Elettronica/Ict
La Commissione proporrà per tutti i prodotti elettronici e di tecnologia informatica norme per promuovere riuso e riparabilità dei dispositivi.
Tessile
Il piano di azione prevede un quadro di riferimento per rafforzare competitività e innovazione dell’industria Ue per allargare l’operatività dei “tessili circolari”, forme di riuso che conducano a nuovi modelli di business. Il settore tessile è il quarto settore economico che fa largo uso di materie prime e acqua e il quinto per emissioni inquinanti. Gli Stati dovranno rispettare entro il 2025 regole sulla raccolta differenziata dei rifiuti tessili.
Plastica
Va aumentato il contenuto di plastica riciclata: Bruxelles “suggerirà” requisiti obbligatori sul contenuto riciclato in settori quali imballaggi, materiali da costruzione e veicoli. La Commissione limiterà l'aggiunta intenzionale di microplastiche e per il loro rilascio involontario, svilupperà e armonizzerà ulteriormente i metodi di misurazione, con misure di etichettatura, certificazione e regolamentazione e prendendo in considerazione provvedimenti per aumentare la cattura di microplastiche nelle acque reflue.
Edilizia
È un settore che consuma circa il 50% di tutto il materiale estratto ed è responsabile di oltre il 35% della produzione totale di rifiuti dell'Unione. Sarà rivisto il regolamento sui prodotti da costruzione, che può includere requisiti relativi al contenuto riciclato per determinati prodotti da costruzione.
Imballaggi
La quantità di materiali utilizzati per l'imballaggio è in continua crescita e nel 2017 i rifiuti di imballaggio in Europa hanno raggiunto 173 kg per abitante, il livello più alto di sempre. La Commissione proporrà misure per garantire che l'aumento della produzione di rifiuti di imballaggio sia invertito in via prioritaria, anche stabilendo obiettivi e altre misure di prevenzione dei rifiuti. L'obiettivo è rendere riutilizzabili o riciclabili tutti gli imballaggi immessi sul mercato Ue entro il 2030. La Commissione proporrà di rafforzare i requisiti essenziali obbligatori per tutti gli imballaggi.
Batterie e auto
Ci sarà un nuovo quadro normativo per le batterie che comprenderà misure per migliorare le percentuali di raccolta e riciclaggio e garantire il recupero di materiali preziosi, i requisiti di sostenibilità, il livello di contenuto riciclato nelle nuove batterie e la fornitura di informazioni ai consumatori. La Commissione proporrà inoltre la revisione delle norme sui veicoli fuori uso al fine di migliorare l'efficienza del riciclaggio, nonché le norme per affrontare il trattamento sostenibile degli oli usati.
Alimentari
Si stima che il 20% del cibo totale prodotto sia perso o sprecato nella Ue, di qui la proposta di un obiettivo di riduzione degli sprechi alimentari. Tale strategia riguarderà l'intera catena del valore alimentare per garantire la sostenibilità del settore, rafforzando gli sforzi per affrontare i cambiamenti climatici, proteggere l'ambiente e preservare la biodiversità. La Commissione analizzerà in dettaglio la portata di un'iniziativa legislativa sul riutilizzo per sostituire imballaggi, stoviglie e posate monouso con prodotti riutilizzabili nei servizi alimentari.