La battaglia sul paesaggio toscano fra ecologisti e Regione
Il presidente della Toscana, Enrico Rossi: "Ecco le mie proposte per il Piano”. Le associazioni: uno scempio
Scontro fra Regione Toscana e associazioni ambientaliste sulla tutela dello splendido paesaggio toscano. Uno dei punti più contestati sono le cave di marmo di Carrara. Ma ecco il punto di vista della Regione.
L'intento è "tenere insieme lavoro, profitto e bellezza". Il presidente della Regione, Enrico Rossi, ha presentato alla stampa "i cambiamenti che siamo riusciti a produrre sul Piano del paesaggio" perché "al di là delle letture iperpoliticiste date finora ad ogni questione, tenendo dritta la barra sul merito delle questioni, abbiamo fatto ciò che dovevamo, da sinistra".
Nella sostanza si tratta di una riscrittura di alcuni punti dell'articolo 19 che si occupa delle norme generali e dell'articolo 20 che detta le norme per i bacini estrattivi della Alpi Apuane. Tra le novità rispetto alle stesura del luglio scorso figurano l'istituzione di una Commissione regionale sul paesaggio, che sarà composta da esperti in grado di valutare l'impatto delle richieste di un certo rilievo che riguardino le estrazioni al di sotto dei 1.200 metri di altitudine.
Sì dunque alle richieste di ampliamento delle cave fino a un massimo del 30% e per un massimo di 3 anni, se si opererà dentro i perimetri già autorizzati. La condizione insomma è che gli ampliamenti al di sotto del 30% "non costituiscano una variante sostanziale". No dunque a nuovi fronti di cava, a nuovi ingressi e a nuove gallerie senza l'autorizzazione da parte della Commissione per il paesaggio.
"Il documento che abbiamo elaborato - spiega il presidente Rossi - rappresenta un punto di arrivo per tutti, porta la firma del presidente ed è a nome della maggioranza, ma dovrà essere discusso in Commissione prima che il Piano sia portato in aula per l'approvazione". Quanto alla legge sulle cave, Rossi ha spiegato che dovrà servire a "contenere l'impatto delle attività estrattive e far sì che si crei nuova occupazione lavorando il marmo sul posto". Agli imprenditori verrà chiesto così di presentare, entro 2 anni, un Piano di sviluppo industriale "che dovrà essere valutato da un'apposita commissione" diversa da quella che si occuperà degli aspetti paesaggistici. In questo modo la Regione potrà decidere di prolungare le concessioni anche oltre la soglia temporale, che verrà indicata in 7 o 9 anni. Il presidente ha annunciato che ci sono già due imprese, una grande ed una piccola, che si sono dichiarate disponibili a presentare il piano industriale.
Agli imprenditori del marmo il Rossi chiede, usando un detto apuano, di "mettere una zeppa con i denari guadagnati" non sotto il tavolino, ma sul territorio, cioè di investire nella salvaguardia ambientale così come hanno fatto gli industriali del cuoio con gli impianti di depurazione. E se così avverrà "troveranno una Regione pronta a ringraziarli per ciò che hanno fatto per l'ambiente e per l'occupazione".
Con il Piano attuativo delle cave sarà deciso poi dove dovranno passare le strade o dove saranno collocati i bacini di accumulo dei materiali di risulta. Rossi ha annunciato anche la creazione di una task force di ispettori regionali incaricati di "controllare il rispetto delle concessioni" e composta da geologi, ingegneri e paesaggisti.
"So di aver deluso - ha concluso Enrico Rossi - chi puntava alla chiusura delle cave e gli estremisti in genere. Il nostro dovere è invece quello di regolare questa materia, di fare in modo che si esca dalla discrezionalità. Chi invece gradiva fare ciò che voleva, gradisco che sia all'opposizione. Ritengo di aver contribuito a far sì che il testo approvato a luglio sia notevolmente migliorato e con l'approvazione del Piano vorrei portare a compimento un risultato di non poco conto".
Di parere diverso le associazioni ecologiste, secondo le quali gli emendamenti del Piano paesaggistico rappresentano un attacco gravissimo a danno di uno strumento di pianificazione urbanistica regionale che non ha precedenti negli ultimi 20 anni.
Le associazioni di tutela ambientale - Cai, Fai, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, ProNatura, Rete dei comitati per la difesa del territorio, Slow Food Toscana, Wwf - riunite a Firenze, tutte concordi difendono il testo originario del piano dai continui emendamenti che, per come concepiti, appaiono chiaramente suggeriti da alcune lobby e che mirano a distruggerlo. Le associazioni vigileranno con molto scrupolo l'iter in corso per evitare che ciò accada. Il Piano che, per la prima volta, prende in esame il territorio nel suo insieme di natura, storia, società civile, è frutto di una straordinaria concertazione e co-pianificazione con il ministero dei Beni artistici “che ora la politica, con un atto di arroganza, intende calpestare annientando quattro anni di lavoro di quanti, a questo strumento, hanno sapientemente lavorato con capacità, professionalità e rigore”.
Gli emendamenti presentati in consiglio regionale dalla stessa maggioranza che lo scorso anno approvò il Piano, puntano, dunque, a stravolgere e demolire quella rete di protezione disegnata con intelligenza e responsabilità. Il contenimento al consumo di suolo, di coste, di spiagge, le limitazioni all'estrazione del marmo, alla distruzione dei monti, la regolamentazione dell'agricoltura, così come posti nel testo originario, esprimono una gestione intelligente del territorio, il cui sviluppo è possibile e sostenibile solo andando oltre lo sfruttamento di risorse ambientali. Un disegno che può diventare motore di sviluppo e dare ulteriore valore alla Toscana, con una visione strategica che non risponde più solo ad interessi e aspettative di breve respiro.
"Con la nostra azione compatta abbiamo già ottenuto un primo importante risultato: il ritiro del maxi-emendamento del Pd" afferma Fausto Ferruzza, presidente della Legambiente Toscana.
Proprio sulle cave si blocca la commissione Ambiente. Gli articoli riguardanti le estrazioni di marmo, le schede di ambito e le aree protette del piano del paesaggio verranno esaminati il 4 marzo. È quanto hanno deciso i componenti della commissione, che stava vagliando il piano articolo per articolo, insieme agli emendamenti presentati.