Clima. Confindustria e Kyoto club studiano l’economia della lotta al climate change
Le opportunità per le imprese italiane legate agli impegni sul clima al 2030
Un’Italia protagonista contro i cambiamenti climatici, attraverso una politica industriale che permetta di rilanciare la competitività delle imprese grazie all'utilizzo di tecnologie ecoefficienti in Italia e a livello internazionale, dove si apriranno enormi spazi di intervento grazie agli impegni assunti da tutti i paesi. Solo grazie all'innovazione tecnologica le imprese possono cogliere la sfida per costruire un futuro sostenibile. Per questo è necessario che le scelte politiche siano indirizzate verso sistemi di produzione e consumo dell'energia più sostenibili, strumenti che incentivino l'efficienza energetica e la mobilità sostenibile e meccanismi di promozione di un sistema economico di tipo circolare. Uno sforzo così ambizioso, che ha visto finora l'Unione Europea detenere la leadership a livello globale, non potrà prescindere dagli esiti della Conferenza di Parigi, che dovranno essere all'altezza delle aspettative: un accordo concretamente impegnativo anche per le altre aree economiche del mondo, che stabilisca parità di condizioni concorrenziali per le imprese e tuteli l'ambiente nel lungo periodo.
Questo è il messaggio del convegno che Confindustria e Kyoto Club hanno organizzato presso la sede dell'Associazione industriale a Roma.
I relatori hanno fatto il punto sulla posizione delle imprese e sulle future azioni da intraprendere in tema di cambiamenti climatici in vista della Conferenza delle nazioni unite sul clima (Cop21).
Durante i lavori, è emerso come le politiche per l'efficienza energetica, la mobilità sostenibile e l'energia pulita possano rappresentare - anche in un'ottica internazionale - notevoli opportunità di sviluppo per il mondo delle imprese italiane. Quest'anno, quindi, l'appuntamento sul clima è ancora più importante, con la maggior parte delle nazioni pronte a impegnarsi nel contenimento delle emissioni.
"L'industria italiana considera ormai da molto tempo il tema della sostenibilità come una opportunità piuttosto che come un vincolo", commenta Gaetano Maccaferri, vicepresidente di Confindustria con delega all'ambiente e alla semplificazione, che ha ribadito l'impegno delle imprese italiane per lo sviluppo di tecnologie e processi sempre più sostenibili, auspicando che la stesura del Green Act da parte del Governo possa costituire il contributo reale dell'Italia alla Cop21 di Parigi.
"La percezione diffusa di una industria allergica alle regole ambientali e insensibile alla domanda crescente di sostenibilità non rappresenta, infatti - ha aggiunto il vicepresidente degli industriali - la realtà di un sistema produttivo che ha investito e continua ad investire molto per garantire la compatibilità ambientale delle proprie produzioni e per sviluppare nuovi prodotti e tecnologie nei settori della Green Economy. Notiamo con piacere che non siamo più i soli a dirlo".
"Essere in grado di vivere nel limite delle risorse disponibili richiede azioni immediate e un impegno individuale e politico consapevole e diffuso. Occorre un cambio di approccio anche da parte del mondo delle imprese, puntando decisamente sulla conservazione e superando il concetto di scarto", ha dichiarato Catia Bastioli, presidente Kyoto Club e ceo Novamont. "La prossima Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite non può interrogarsi soltanto sui target e su quanto ridurre le emissioni: dobbiamo considerare il come, passando da un modello di sviluppo lineare a uno circolare, con le radici nei territori. L'Italia in questo senso ha l'opportunità di diventare un Paese di riferimento" ha concluso Bastioli.
"Una sempre maggiore efficienza energetica", ha sostenuto Gianluigi Angelantoni, ad di Angelantoni Industrie Holding e vicepresidente Kyoto Club, "è cruciale e target vincolanti sarebbero auspicabili non solo a livello europeo. Per quanto riguarda l'Italia parliamo di 400.000 aziende e, incluso l'indotto, oltre 3 milioni di occupati. Siamo il primo Paese al mondo nella diffusione di sistemi di smart-metering che rappresentano una componente essenziale per la gestione/riduzione dei fabbisogni energetici (demand-side mangement)."
Secondo Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club, "l'economia circolare, l'uso efficiente delle risorse, la green economy non sono solo la sfida che serve a combattere i cambiamenti climatici, ma anche la forma che assumerà il nostro sistema economico nel suo complesso nell'immediato futuro. Molte imprese italiane sono già pronte e stanno lavorando con passione e talento nell'innovazione, competendo nella globalizzazione del terzo millennio. Attendono adesso di essere rappresentate al meglio nel nostro Paese e nel mondo".
"Negli ultimi anni si è creato un contesto favorevole - ha detto Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, al convegno di Roma. - Dal punto di vista politico si arriva a Parigi sicuramente meglio rispetto a Copenhagen nel 2009, anche se gli impegni non saranno sufficientemente ambiziosi." Il direttore scientifico di Kyoto Club ha aggiunto: "Ci saranno altri futuri passaggi, che renderanno le azioni più incisive. Evitare di superare i 2 °C si può, non basta l'evoluzione tecnologica, serve ecodiplomazia, movimento dal basso, sharing economy".
Al convegno "Le opportunità per le imprese italiane legate agli impegni sul clima al 2030", hanno partecipato Marcella Panucci, direttrice generale Confindustria, Andrea Bianchi, direttore politiche industriali Confindustria, Gianluigi Angelantoni, ad Angelantoni Industrie Holding e vicepresidente Kyoto Club, Catia Bastioli, ceo Novamont e presidente Kyoto Club, Laura Bruni, direttrice affari istituzionali Schneider Electric, Matteo Del Fante, ad Terna, Lorenzo Radice, responsabile politiche ambientali di Ferrovie dello Stato, Enrico Loccioni, fondatore Loccioni Group, Manuela Ojan, responsabile clima ed energia e sostenibilità dei prodotti Italcementi, Bruno Rossetti, direttore marketing strategico e comunicazione Saint Gobain, Piero Tansella, direttore generale Fater, Ermete Realacci, presidente commissione Ambiente Camera dei Deputati, Francesco Ferrante, cicepresidente Kyoto Club, Gaetano Maccaferri, vicepresidente per la semplificazione e l'ambiente Confindustria.