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Clima. La delusione delle associazioni ambientaliste sull’accordo di Lima

where Lima (Perù) when Lun, 15/12/2014 who redazione

Per il Wwf si tratta di una decisione deludente e debole, un compromesso al minimo comun denominatore. Secondo Greenpeace, i leader mondiali non sono ancora riusciti ad abbracciare il futuro di energia pulita che è già a portata di mano

Ecco alcuni dei commenti delle associazioni ambientaliste presenti a Lima durante la Cop20 di Lima, che si è conclusa nei giorni scorsi.
 
Per il Wwf “si tratta di una decisione deludente e debole, un compromesso al minimo comun denominatore. Grave l’indebolimento del percorso per ridurre le emissioni prima del 2020, obiettivo essenziale per rimanere al di sotto dei 2 °C di aumento medio della temperatura media globale, ponendo le basi per porre fine all'era dei combustibili fossili e accelerare il cambio verso le energie rinnovabili e una maggiore efficienza energetica”. Aggiunge Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del  Wwf Italia, che "la scienza è stata chiara: ritardare l'azione fino al 2020 renderà molto difficile evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici, ma la politica è incapace di cogliere l’urgenza. La distanza tra allarme dei cittadini e capacità dei governi di rispondere sta diventando estremamente grave e pericolosa”.
 
Dicono i parlamentari presenti in delegazione a Lima Stella Bianchi (Pd), Mirko Busto (M5S) e Gianpiero Dalla Zuanna (Pd): “Il percorso per Parigi comincia da qui, da una bozza di accordo condivisa fra le parti che sia la più avanzata ed equilibrata possibile per raggiungere il prossimo anno un accordo globale di riduzione delle emissioni. Ha messo bene a fuoco la questione il ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti nel suo intervento di apertura del High Level Segment della COP 20 a Lima, la conferenza delle Nazioni unite sul clima. Insieme alla bozza di accordo, cruciale è definire i criteri per rendere trasparenti ed efficaci i contributi dei singoli paesi e le modalità per prosegure insieme l'azione per arrivare ad una economia a bassissime emissioni di carbonio. L'Europa e l'Italia nella sua presidenza di turno del semestre europeo devono essere protagoniste a Lima nel guidare il processo di trasformazione delle nostre economie”.
 
Intanto, 20 attivisti di Greenpeace hanno composto con delle lettere giganti la scritta "È tempo di cambiare! Il futuro è rinnovabile" presso le linee di Nazca, uno dei siti più famosi del Perù. L’azione ha suscitato scandalo internazionale perché senza volere gli attivisti hanno toccato le tracce misteriose e antichissime. "Mentre per il terzo anno consecutivo il popolo delle Filippine viene colpito da eventi meteorologici estremi, i negoziati alla COP20 non riescono a produrre niente di utile per contrastare i cambiamenti climatici", dichiara Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International. Secondo Greenpeace, “i leader mondiali ancora non sono riusciti ad abbracciare il futuro di energia pulita che è già a portata di mano. Mentre la comunità scientifica conferma la necessità di abbandonare i combustibili fossili, stiamo sprecando tempo prezioso. Le soluzioni ci sono, ma vanno adottate prima che il caos climatico diventi inevitabile. I governi, ancora una volta, hanno evitato di affrontare la situazione, rimandando tutte le decisioni difficili al futuro. Il successo dell'accordo di Parigi 2015 dipenderà ora dalle scelte che i leader mondiali faranno nelle prossime settimane”.

 

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“All’inizio del prossimo anno, i governi dovranno mostrare concretezza, spiegando come intendono tagliare le emissioni di gas serra, fornendo un supporto finanziario ai Paesi in via di sviluppo, e aumentando la quota di energia da fonti rinnovabili al 2025”, afferma Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia. “Se, al contrario, verranno fissati obiettivi deboli per il 2030, per quindici anni saremo intrappolati in livelli di emissioni insostenibili e assisteremo sempre più frequentemente a catastrofi climatiche come quella che ha recentemente causato l’evacuazione di centinaia di migliaia di persone nelle Filippine. Dalla Cop20 di Lima, sono comunque emerse anche alcune buone notizie. Quello che fino a poco tempo fa era solo l’auspicio di alcuni, ovvero un mondo libero da emissioni di carbonio, è diventato un punto fondamentale dei negoziati di questi giorni. Quasi cinquanta nazioni già concordano sulla totale eliminazione delle emissioni di carbonio entro il 2050”, continua Giannì. “Se il prossimo anno a Parigi tutte le nazioni dovessero accordarsi su un futuro libero da emissioni di gas serra, potrebbe realizzarsi una rapida transizione dall’era dei combustibili fossili - come carbone, petrolio e gas - ad un futuro 100 per cento rinnovabile per tutti”.

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 Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia