Clima: le foreste europee sono a rischio. Le cinque mosse per salvarle
Lo studio italiano pubblicato su Nature
C'è un futuro incerto per le foreste europee perché uno scenario in cui il clima in Europa tende a riscaldarsi più velocemente rispetto ad altre regioni del globo, e fattori di disturbo quali eventi meteorici estremi, inquinamento e urbanizzazione, mettono a rischio la capacità di accrescimento di questi ampi territori verdi. È il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Cra) ad evidenziarlo in uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature in cui delinea cinque azioni per tutelare questi “ecosistemi bioclimaticamente eterogenei e a elevato tasso di biodiversità”, che coprono circa il 40% del territorio e sono in grado di assorbire oltre il 9% del carbonio prodotto dall'uomo ogni anno.
I ricercatori e autori dello studio, Piermaria Corona e Silvano Fares del Cra-Silvicoltura, assieme a Giuseppe Scarascia Mugnozza dell'Università della Tuscia e Marc Palahì dell'European Forest Institute, nella ricerca evidenziano “cinque azioni fondamentali per tutelare le foreste europee, pesantemente esposte agli effetti del cambiamento climatico, dell'inquinamento e dell'urbanizzazione”.
Il primo passo da compiere, affermano i ricercatori, è selezionare tramite interventi selvicolturali le specie arboree in relazione alle loro capacità di adattamento alle condizioni climatiche e ai disturbi ambientali; favorire l'assorbimento di carbonio, aumentando l'intensità dei diradamenti e dei tagli; assecondare l'espansione di boschi con variabilità genetica in grado di contrastare attacchi patogeni; maggiore impegno nell'utilizzo della biomassa forestale, incentivando i consumi di energia da fonti rinnovabili; raggiungere un buon livello di protezione ambientale in armonia con lo sviluppo socio-economico del territorio.
“Se infatti da un lato i boschi stanno guadagnando terreno, l'incremento delle selve boschive è del 9% dal 1990, dall'altro - spiegano i ricercatori del Cra - vedono diminuire la loro produzione annuale di legno circa dello 0,3% l'anno”.