Decreto del fare – L’Italia investe sul riuso di suolo
“Si potrà edificare il nuovo solo se prima si sarà verificato di non potere intervenire sulla rigenerazione dell’esistente”, spiega il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando. De Girolamo (Politiche agricole): “Non è un provvedimento contro l’edilizia”. Al via il registro dei comuni virtuosi
“È una legge che rischia di passare un po’ in secondo piano rispetto all’impatto immediato del decreto del fare, ma che dal punto di vista della prospettiva è forse più importante perché definisce un principio fondamentale: si può costruire il nuovo solo se prima si è verificato che non si può intervenire sul riuso dell’esistente”. È quanto ha spiegato a Sky Tg24 il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, in merito al disegno di legge sul contenimento del consumo di suolo e del riuso di quello edificato contenuto nel dl del fare.
“È una legge – ha aggiunto Orlando – che l’Italia attendeva da moltissimo tempo a fronte di uno spreco di territorio e di risorse che ha causato una parte dei danni che abbiamo constato nel corso di questi anni”.
“Abbiamo previsto un meccanismo per fissare l’estensione massima di superficie consumabile, attraverso il forte coinvolgimento delle regioni e degli enti locali, in una battaglia che è di tutti – ha sottolineato il ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo. – La difesa del suolo non è lotta all’edilizia. Al contrario, con questo disegno di legge introduciamo un principio fondamentale nella materia di governo del territorio che è la priorità del riuso e della rigenerazione, che consentirà il recupero di zone già edificate ma degradate”.
I punti chiave del provvedimento – Il provvedimento definisce i concetti di superficie agricola e consumo del suolo e illustra il procedimento per la determinazione del limite di superficie consumabile. D’ora in avanti il territorio sarà monitorato da un neonato comitato interministeriale, con rappresentanti anche dell’Istat e della Conferenza unificata stato regioni.
Inoltre, il dl prevede censimenti comunali del suolo edificato e il divieto di trasformazione per cinque anni dei terreni agricoli che hanno usufruito di aiuti; ancora, farà scattare incentivi per il recupero del patrimonio edilizio rurale, mentre i proventi dei titoli abilitativi dell’edilizia saranno destinati alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Al ministero delle Politiche agricole, infine, viene istituito il registro dei comuni virtuosi i cui strumenti urbanistici non prevedano l’aumento di aree edificabili.