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I disastri dell’ambiente. Allo studio la certificazione per il rischio ambientale

where Milano when Lun, 28/11/2022 who roberto

Presentata alla Commissione europea lo schema made in Italy in grado di ridurre del 73% i casi di danno ambientale provocati dalle imprese

Nelle aziende del Vecchio Continenteuni-ambiente-protetto.jpg manca una cultura della prevenzione e del ripristino di un danno fatto all’ecosistema: solo l’1,7%, infatti, ha attivato una polizza sul rischio ambientale. Per guidare il cambiamento a favore di una reale protezione delle risorse naturali il consorzio italiano Pool Ambiente, in collaborazione con l’Uni, ente italiano di normazione, ha sviluppato “Ambiente Protetto”, l’innovativa certificazione che punta a ridurre, quasi a zero, i casi e gli effetti del danno ambientale. “La prevenzione e il risanamento dei danni provocati sul nostro ecosistema devono diventare i pilastri di ogni moderna politica ambientale” ha spiegato Lisa Casali, manager di Pool Ambiente, nel suo intervento alla Commissione Europea davanti ai 27 ministri dell’ambiente UE.

Le aziende europee, ad eccezione di quelle tedesche, ignorano o sottovalutano la prevenzione del danno ambientale. Infatti, solo l’1,7% delle imprese europee hanno stipulato una polizza sul rischio ambientale, impegnandosi così concretamente per il ripristino dei danni provocati agli ecosistemi naturali. Una dimostrazione di come la sostenibilità ambientale per le aziende si traduca, molto spesso, solo nella ricerca di un posizionamento green di facciata. Una possibile soluzione al crescente rischio di greenwashing arriva dall’Italia dove Pool Ambiente (poolambiente.it), consorzio di Coriassicurazione nato dopo il disastro ambientale di Seveso nel 1979 e centro d’eccellenza per quanto riguarda il know-how sui rischi ambientali e sui sinistri, ha implementato e sviluppato, in collaborazione con l’UNI - Ente Italiano di Normazione, la Certificazione "Ambiente Protetto" - PdR UNI 107:2021, un’innovativa attestazione sulla responsabilità ambientale delle aziende. Uno strumento che ha, tra gli obiettivi principali, quello di ridurre drasticamente (-73%), portandoli quasi a zero, il numero di casi di danno ambientale, spingendo le aziende, di ogni settore e dimensione, ad attuare misure di prevenzione e protezione che abbiano il miglior rapporto costi-benefici ed incoraggiandole a dotarsi di assicurazioni per la copertura contro i rischi ambientali per poterli così gestire in maniera più efficace.

Dall’Italia la certificazione è arrivata a Bruxelles, sede della Commissione Europea, dove è stata presentata in anteprima da Lisa Casali, manager di Pool Ambiente nel corso di una sessione dei lavori del 27th Environmental Liability Directive Government Experts Group (ELD GEG) Meeting davanti a una platea composta da tutti i principali ministri del Consiglio Ambiente, l’organismo che riunisce i ministri per l'ambiente dei 27 paesi Ue.
“In Europa la maggior parte delle politiche ambientali aziendali sono come alberi con radici e tronco molto fragili, spesso ignorate e sottovalutate - dichiara Lisa Casali, manager di Pool Ambiente - . Con la nuova certificazione Ambiente Protetto puntiamo ad affermare un nuovo paradigma di sostenibilità in base al quale la prevenzione, la bonifica e il risanamento dei danni ambientali devono diventare i pilastri di ogni politica ambientale, non solo per le aziende ma anche per i governi nazionali, le autorità locali, i media e i consumatori”.

Ma quali sono state le principali tappe che hanno portato allo sviluppo di questo nuovo standard sulla responsabilità ambientale? In primis l’analisi dei tecnici del Pool Ambiente si è concentrata sui 1.031 casi di danno all’ambiente gestiti negli ultimi 20 anni, tutti casi nei quali un’azienda ha causato un danno alle risorse naturali. Le cause principali di questi danni? Mancanza di controlli e manutenzione di impianti e attrezzature (55%), errori umani (20%) e vandalismo (7%). Inserendo e confrontando tutti i dati all’interno del database dei sinistri si è scoperto che oltre il 73% dei casi di danno ambientale avrebbero potuto essere evitato se le aziende avessero avuto la certificazione Uni Ambiente Protetto, risparmiando ben 104 dei 140 milioni di euro spesi per riparare al danno prodotto.

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