La disillusione. Studio degli Amici della Terra: servono 2.400 anni per realizzare il Pniec
Nella conferenza annuale dell’associazione ambientalista che si è svolta la settimana scorsa è stato presentato un rapporto che calcola i tempi necessari per raggiungere gli obiettivi nazionali per il 2030. Scelte efficienti per superare il Green Deal e le priorità per una nuova politica energetica secondo gli Amici della Terra
La conferenza nazionale annuale della storica associazione ambientalista Amici della Terra, giunta alla sedicesima edizione, dedicata all’efficienza nell’uso e nella produzione di energia, si è occupata quest’anno anche della realizzabilità degli obiettivi energetico-ambientali come indicati ai Governi nazionali dalla Commissione europea. Gli obiettivi sono stati stabiliti in linea con il Green Deal voluto dal commissario Timmermans, tradotti nei rispettivi Pniec, i piani nazionali economia e clima.
L’impossibilità di conseguire questi obiettivi riguarda infatti anche altri Paesi europei ma come documentato dal rapporto degli Amici della Terra la situazione appare particolarmente critica per l’Italia. Il caso più clamoroso è quello dei tempi necessari per raggiungere l’obiettivo 2030 di aumento dei consumi di elettricità, 2400 anni, ma anche per molti altri target la situazione è molto critica, e fa emergere gli errori di impostazione dell’European Green Deal.
Gli Amici della Terra hanno chiamato a raccolta alcuni tra i più qualificati esperti dei vari settori, esponenti ministeriali e politici, per discutere dell’efficienza nelle quattro sessioni: la prima di carattere generale è dedicata al superamento del Green Deal, la seconda all’innovazione tecnologica trasversale per tutti i settori, la terza all’efficienza energetica in edilizia e nelle abitazioni, la quarta alle prospettive dell’energia nucleare. In conclusione della prima giornata un incontro speciale è stato dedicato alla presentazione del libro “Cina, la nuova egemonia – La guerra dei materiali rari” di Giovanni Brussato.
Elettricità lenta
Lo studio sottolinea come principale criticità il trend strutturale di lentissima crescita della penetrazione elettrica, quasi ferma da più di un decennio (22,3% nel 2023), un trend che non potrà avere una radicale svolta nel medio periodo (2030) anche alla luce delle crescenti difficoltà che stanno incontrando nel mercato nazionale le tecnologie che la potrebbero consentire, in particolare nei consumi elettrici del settore residenziale e dei trasporti.
L’andamento dell’ultimo decennio mostra che sarebbero necessari oltre 2.400 anni per raggiungere il livello di penetrazione elettrica nei consumi totali indicato dal Pniec 2024 per il 2030, e conferma, oltre agli altri punti di debolezza già evidenziati, l’erroneità di affidare in modo esclusivo alla filiera delle fonti rinnovabili elettriche intermittenti la crescita delle fonti rinnovabili nei consumi di energia complessivi.
Consumi che nella realtà continuano ad essere dominati da quelli per usi termici, come il riscaldamento degli edifici e il calore di processo (44,1%), e dai consumi per trasporti (33,6%) dato il ruolo delle motorizzazioni a combustione interna.
La seconda principale criticità riguarda i tempi che sarebbero necessari al conseguimento degli obiettivi 2030 di riduzione delle emissioni climalteranti in Italia. Il trend degli ultimi 10 anni consentirebbe raggiungere l’obiettivo 2030 complessivo di riduzione rispetto al 1990 del Pniec 2024 (-44%) in 24 anni.
Superare la Ue
Per gli Amici della Terra i dati mostrano che è necessario superare l'impostazione dell'European Green Deal. Senza questo cambiamento non si potranno raggiungere gli obiettivi possibili di riduzione di gas climalteranti. “Ci siamo resi conto che proporre obiettivi sempre più alti attraverso strumenti e percorsi che non hanno attinenza con la realtà, rischia di portare l’Europa al suicidio” ha osservato Monica Tommasi, presidente dell’associazione. “È necessario che nella Strategia di attuazione del Pniec e nella partecipazione al processo di aggiornamento delle politiche energetico-ambientali dell’Ue, l'Italia dia seguito alle seguenti priorità di intervento. Sono sempre di più le prove sull’impossibilità di fare tutto quello che il Green Deal ha previsto, così come è impostato. La nuova Commissione e il Parlamento dovrebbero prenderne atto subito e cambiare il percorso e gli strumenti, concentrandosi su quello che realmente si può fare per la decarbonizzazione con le tecnologie a disposizione. È questo il senso del rapporto che abbiamo prodotto quest’anno. Abbiamo voluto misurare la distanza tra gli obiettivi dichiarati al 2030 e la realtà, non per assecondare chi ideologicamente o per interesse vuole sempre fare di più e subito ma per rendere evidente che non bisogna perdere altro tempo per decidere di cambiare strada. La nuova strada non può essere che quella dell’efficienza energetica e di un programma nucleare, forse più difficile da intraprendere nell’immediato, ma che darà risultati certi nel medio periodo e per il futuro”, ha detto Tommasi.
Le proposte
Priorità all’efficienza energetica valorizzando le esperienze italiane già disponibili.
Migliorare l’efficienza energetica nelle attività produttive.
Detrazioni fiscali sostenibili per la finanza pubblica per rilanciare il processo di riqualificazione energetica degli edifici.
Valorizzare le eccellenze italiane per la decarbonizzazione come la filiera delle pompe di calore elettriche.
Dare un ruolo ai biocombustibili nella transizione energetica nei trasporti.
Rafforzare l’impegno per la riduzione delle emissioni di metano.
Monitoraggio annuale sui costi benefici delle politiche di decarbonizzazione per scelte consapevoli.
Una normativa per consentire in modo trasparente e informato la riapertura dell'utilizzo dell'energia nucleare in Italia.
Strategia di politica industriale mirata per le filiere italiane delle tecnologie nella decarbonizzazione.
Misure di promozione per gli impianti fotovoltaici su coperture.
Dimensionamento degli obiettivi di sviluppo degli impianti eolici solo se compatibile con la tutela dei valori paesaggistici e ambientali del territorio.
Leggi lo studio: https://amicidellaterra.it/images/se...