Dopo la Cop27. Chi ha vinto e chi ha perso con l’accordicchio sui finanziamenti ai Paesi colpiti
Vincono i Paesi poveri: zero impegni aggiuntivi contro emissioni e combustibili fossili e un fondo per ripagare i danni attribuiti al cambiamento climatico
La Cop27 sul clima si è conclusa, dopo due settimane, con un accordicchio sui finanziamenti dei Paesi ricchi per i Paesi poveri che subiranno danni da ciò che verrà attribuito al cambiamento climatico. Esattamente come chiedevano i Paesi poveri ai Paesi ricchi.
Dal punto di vista strettamente climatico è una mezza vittoria, o meglio una mezza sconfitta, perché non è stato aggiunto alcun vincolo alle emissioni né ai combustibili fossili. Esattamente come chiedevano i Paesi poveri, che vogliono continuare a usare i combustibili fossili per la loro crescita e l’uscita alla povertà.
Per la prima volta la difesa del clima acquisisce un vero valore economico e finanziario. L’accordo sul fondo per i danni climatici (chiamato loss&damage) arriva dopo i 100 miliardi di dollari l’anno fino a 2020 di Climate Pledge che erano stati promessi - ma mai erogati - nel 2009 alla Cop10 di Copenaghen.
L’attuale testo sul fondo è decisamente approssimativo e vago sulla dinamica, sul meccanismo, sui Paesi beneficiari, sui Paesi donatori. Con ogni probabilità questi dettagli verranno definiti alla Cop28, tra un anno. Il fondo sarà operativo tra 2 anni e sosterrà più di 150 soggetti che fino ad ora sono già stati pesantemente colpiti dalla mitigazione del cambiamento; toccherà anche l’agricoltura, per la quale è stato lanciato il programma quinquennale Sharm el-Sheikh joint work per l’implementazione dell'azione climatica in agricoltura e sicurezza alimentare.