Dopo Vado (Savona) anche Monfalcone (Gorizia) farà una perizia contro la centrale a carbone
Saranno confrontati i nuovi dati con quelli del passato
Un piano di sorveglianza epidemiologico sulla popolazione e un nuovo e più approfondito biomonitoraggio sui licheni le due iniziative intraprese dalla Regione Friuli Venezia Giulia per valutare l'impatto sulla salute e sull'ambiente della Centrale elettrica A2A di Monfalcone (Gorizia).
"Abbiamo deciso di dotarci di tutti gli strumenti, di tutti gli elementi scientifici e tecnici di qualità, aggiornati e approfonditi,per poter disporre alla fine del percorso di dati utili, che saranno poi messi a disposizione di tutti, e in particolare delle amministrazioni locali, per assumere le decisioni", ha detto l'assessore regionale all'Ambiente Sara Vito, illustrando a Gorizia, assieme all'assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, le due iniziative.
"Voglio sottolineare l'importanza - ha aggiunto Sara Vito - dello studio sui licheni, condotto in collaborazione fra l'Arpa e l'Università di Trieste, perché questo tipo di indagine era molto attesa. L'ultimo studio sui licheni risale infatti a una decina di anni fa, a cui era ne seguito un altro promosso da privati. Saremo perciò in grado di confrontare i nuovi dati con quelli del passato. Non solo, perché per la prima volta l'indagine viene estesa anche ai metalli pesanti".
Il Piano epidemiologico sull'area di Monfalcone, realizzato con la collaborazione dell'ARPA, dell'Università di Udine e del CRO di Aviano, prevede una sorveglianza permanente della popolazione e alcuni studi su specifiche patologie. Un comitato di controllo esterno, formato da esperti privi di conflitti di interessi, valuterà l'andamento e i risultati dell'indagine.
L'iter che riguarda la sorveglianza prevede in via preliminare una caratterizzazione ambientale dell'area, individuando anche le altre fonti di inquinamento, e una definizione e localizzazione della popolazione da studiare, tenendo conto sia della storia residenziale sia delle caratteristiche socio-economiche.
Sono già attive alcune centraline per la misurazione delle emissioni. Per quanto riguarda gli studi epidemiologici, saranno presi in considerazione l'incidenza e la mortalità dei tumori (di tutti i tumori ma anche di alcuni specifici: polmone, vescica), delle malattie respiratorie croniche e delle malattie cardio e cerebrovascolari croniche, con analisi particolareggiate sugli adulti ma anche sulle fasce più deboli: bambini, donne in gravidanza, anziani.
Il "biomonitoraggio di elementi traccia mediante licheni", già alla fase di raccolta dei campioni e di preparazione per l'analisi, si propone di verificare in base al "bioaccumulo di metalli" se e in che modo eventuali scostamenti dai valori naturali possono essere riconducibili all'attività della centrale. I primi risultati potrebbero essere presentati a metà aprile. L'indagine sui licheni si è estesa su un'area di 176 chilometri quadrati, che comprende il Carso monfalconese, la pianura tra la confluenza Isonzo-Vipacco e la foce dello stesso Isonzo, con una porzione della destra del fiume.