Accusa shock: la centrale di Vado di Tirreno Power può aver causato la morte di 400 persone
Per il procuratore Granero le emissioni della centrale a carbone di Vado avrebbero causato 400 morti tra il 2000 e il 2007. “Senza la centrale di Vado tanti decessi non ci sarebbero stati”. Replica l’azienda: “Non si comprende il metodo di valutazione”
Dopo mesi di indagine, analisi di studi, ascolto di consulenti, la procura di Savona ha lanciato una pesantissima accusa a Tirreno Power. Per il procuratore Francantonio Granero le emissioni della centrale a carbone di Vado avrebbero causato 400 morti tra il 2000 e il 2007.
“Senza la centrale di Vado tanti decessi non vi sarebbero stati”, ha detto. E l'affermazione non si basa su un calcolo algoritmico, come era emerso in passato, ma su dati reali. Secondo il procuratore, ci sarebbero stati anche “tra i 1700 e i 2000 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d'asma tra il 2005 e il 2012”.
I consulenti della Procura hanno mappato una “zona di ricaduta delle emissioni” della centrale ed hanno escluso come causa delle patologie il traffico automobilistico, altre aziende della zona e i fumi delle navi in porto. Il perimetro della mappa riguarda quasi tutta Savona, Vado, Quiliano, Bergeggi e in parte Albisola e Varazze. Sull'attività di Tirreno Power sono aperte da tempo due filoni d'inchiesta da parte della Procura, una per disastro ambientale e una per omicidio colposo. Nell'inchiesta risultano indagati per disastro ambientale Giovanni Gosio ex direttore generale, dimessosi alcune settimane fa, e il direttore dello stabilimento Pasquale D'Elia. Ci sarebbe anche un terzo indagato di cui non si conosce il nome. Alla luce delle dichiarazioni fatte dal procuratore non è escluso che per gli indagati ci siano ora nuovi capi d'imputazione. Le dimissioni di Gosio furono motivati dall'azienda “per aver concluso il piano industriale”, ma potrebbero anche essere state dettate dalle difficoltà di far crescere lo stabilimento in un momento in cui la magistratura aveva messo sotto osservazioni le emissioni della centrale.
Alle affermazioni del procuratore replica Tirreno Power sottolineando che le consulenze della procura sono "di parte" e non sono mai state sottoposte "a un contraddittorio”. Non si comprende quale sia stato il metodo di valutazione di esposizione agli inquinanti. Tale mancanza di chiarezza è accompagnata dall'assenza della doverosa analisi di robustezza, di sensitività e quindi di affidabilità globale del metodo adottato. Anche per questo motivo non si può affermare in concreto alcun nesso di causalità".
Tirreno Power ha reagito invitando ad “una maggiore prudenza considerando la forte rilevanza anche emotiva che i temi trattati rivestono e che dovrebbero essere tuttavia sempre suffragati da fatti comprovati anziché da ipotesi di parte le cui fondamenta sono tutte da verificare”.
Alla grana giudiziaria di Tirreno Power si stanno sommando anche i problemi finanziari di Sorgenia che lunedì scorso aveva comunicato di avere un’autonomia di un mese.