Studio. L’Europa dovrà spendere 2.300 miliardi per adeguare la rete elettrica alle rinnovabili
Oltre 90 miliardi l’anno entro il 2050, stando allo studio Allianz Research, intitolato "Plug, baby, plug: Unlocking Europe’s electricity market". In assenza di interventi alla rete, i costi di congestione aumenterebbero a 12,3 miliardi entro il 2030. Ci sono 800 GW di potenza rinnovabile, tra eolico e solare, in attesa di connessione, quasi il doppio di quella installata attuale.
Serviranno oltre 90 miliardi di euro all’anno, per un totale complessivo di 2.300 miliardi entro il 2050, per adeguare la rete elettrica europea alle esigenze della crescente potenza da fonti rinnovabili sulla spinta del surplus di energia richiesto da data center e intelligenza artificiale.
Il dato arriva dal rapporto di Allianz Research, intitolato "Plug, baby, plug: Unlocking Europe’s electricity market", che analizza le necessità di investimento, gli impatti futuri e i rischi derivanti da un’azione inadeguata.
I numeri
L’arretrato è in effetti considerevole: 800 GW di potenza rinnovabile, tra eolico e solare, in attesa di connessione, quasi il doppio di quella attuale. Stando ai conti del report rispetto agli attuali investimenti annuali di circa 60 miliardi, il fabbisogno fino al 2030 dovrà crescere di almeno il 30%, ossia 18 miliardi all’anno. Dopo il 2030, mantenendo un trend di investimento costante, si prevede che gli investimenti annuali raggiungano mediamente i 94 miliardi tra il 2030 e il 2050. Allianz Research sottolinea, tuttavia, che per conseguire l’obiettivo di riduzione delle emissioni servirà accelerare l’espansione delle energie rinnovabili già dai primi anni ‘30, con investimenti annuali che potrebbero sfondare il muro dei 100 miliardi fino al 2040.
Metà tra Italia, Francia e Germania
La parte più consistente degli investimenti sarà destinata alla rete di distribuzione in bassa e media tensione, che assorbirà almeno il 56% del totale, con una previsione di 220 miliardi entro il 2030. Germania, Francia e Italia sono i paesi con le maggiori necessità di finanziamento, e insieme rappresentano metà degli investimenti necessari per la rete di distribuzione.Per quanto riguarda l’infrastruttura di trasmissione in alta tensione, che dovrà crescere del 28% entro il 2030, si prevede che richieda un totale di 694 miliardi entro il 2050. Oltre alla modernizzazione delle reti nazionali, sarà fondamentale raddoppiare la capacità di interconnessione e stoccaggio entro il 2030, con un’iniezione annuale di 10 miliardi di investimenti.
I costi della congestione
Secondo le stime di Allianz, gli investimenti descritti nel rapporto potrebbero ridurre i costi finali dell’elettricità dell’11% entro il 2035 e del 30% entro il 2040. L’espansione della capacità di interconnessione e stoccaggio, sebbene richieda 10 miliardi all’anno, potrebbe portare a risparmi complessivi di 23 miliardi entro il 2050. In assenza di adeguamenti alla rete, i costi di congestione aumenterebbero dai 2,5 miliardi del 2019 a 12,3 miliardi entro il 2030, raggiungendo i 56,7 miliardi entro il 2040. Questo impatterebbe sui prezzi dell’elettricità, con aumenti potenziali del 22% entro il 2030 e del 103% entro il 2040, in uno scenario senza interventi. Oltre a influire sui prezzi dell’elettricità, l’insufficienza di aggiornamenti della rete minaccerebbe anche la crescita del PIL e la competitività dei settori. In particolare, la Germania potrebbe subire perdite di PIL pari a 1.600 miliardi entro il 2050.
Lo studio di Allianz https://www.allianz.com/content/dam/...