La guerra del tonno. Mareblu rilancia puntando sulla sostenibilità con Legambiente e Wwf
La multinazionale Thai sviluppa certificazioni ambientali per le attività di pesca e ha deciso finanziamenti di progetti ambientali in Italia e all’estero
Mareblu, azienda italiana specializzata nella commercializzazione di conserve ittiche, punta sulla sostenibilità insieme con la Legambiente, già partner storico dell’azienda, e sulla scelta di lavorare il proprio tonno direttamente sul luogo di pesca, facendone i pilastri del rilancio che sarà sostenuto da importanti investimenti in marketing e comunicazione. Il rilancio del brand Mareblu, entrato da qualche anno nella sfera del gruppo Thai Union, è stato presentato a Milano insieme con Sylvain Cuperlier, responsabile consumatori e sostenibilità della Thai Union Europe, che ha descritto come Mareblu e Thai Union Group siano all’opera da tempo per migliorare concretamente la sostenibilità delle loro attività di pesca e di trasformazione, ma anche il loro ruolo attivo nel sensibilizzare l’industria conserviera mondiale sull’importanza di dotarsi di regole più stringenti sulle pratiche di pesca.
“In questi anni ci siamo attenuti ai regolamenti internazionali e alle linee guida maturate in seno all’International Seafood Sustainability Foundation sulla base delle indicazioni della comunità scientifica” ha detto Sylvain Cuperlier. “Oggi, tuttavia, rilanciamo sulla sostenibilità con un nuovo piano che prevede il lancio di referenze di tonno certificato Msc (Marine Stewardship Council) o proveniente da pescherecci impegnati in programmi di miglioramento della sostenibilità (Fishery Improvement Projects, Fip) volti a raggiungere i requisiti per ottenere la certificazione Msc. Inoltre, proprio in questi giorni abbiamo dato il nostro appoggio all’appello rivolto dal Wwf alla Indian Ocean Tuna Commission (Iotc) per ridurre del 20% la pesca di tonno pinne gialle nell’Oceano Indiano e per introdurre regole di controllo dell’approvvigionamento.”
In Italia, Mareblu ha scelto di non limitarsi a riprendere l’impegno del gruppo Thai Union, ma di affiancarlo con un ulteriore percorso: oltre a farsi carico di incrementare nel tempo il numero delle referenze certificate Msc, infatti, Mareblu ha reso noto di aver rinnovato la partnership con Legambiente, attiva sin dal 2012 e che tocca tutti gli aspetti dell’approccio aziendale alla sostenibilità. In particolare, Mareblu continuerà a supportare l’associazione ambientalista in alcune delle iniziative portate avanti a sostegno del patrimonio naturale e della fauna marina del nostro Paese, tra cui il progetto “Spiagge e Fondali Puliti” per il recupero di aree marine degradate, le attività del Centro Recupero Tartarughe di Manfredonia e la ricerca Marine Litter sull’inquinamento dei mari italiani.
Come è stato sottolineato nel corso dell’evento, Mareblu ha gli stabilimenti di proprietà localizzati nelle aree di pesca: sull’isola di Mahé (Seychelles) per le varietà di tonno pescate nell’Oceano Indiano (area Fao 51) e a Tema (Ghana) per quelle pescate nell’Oceano Atlantico (area Fao 34).