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L’Italia perde terreno: ogni secondo cola cemento su otto nuovi metri quadri di suolo

where Roma when Mar, 12/02/2013 who redazione

In Europa divorato il 2,3% del territorio, e la nostra nazione è oltre la media: ogni cinque mesi viene consumata un’area pari a quella di Napoli. Il Veneto prepara una maxi colata di cemento per “le città del divertimento”. Tutti i dati del rapporto Ispra

Ogni cinque mesi viene cementificata un’area grande come la città di Napoli. In un anno le colate coprono una superficie uguale all’estensione di Milano e Firenze messe insieme. Sono questi i dati, impressionanti e allarmanti, sul consumo del suolo che l’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ha presentato la scorsa settimana a Roma.
Nel nuovo rapporto, l’Ispra ha sistematizzato tutti gli studi e le ricerche che negli ultimi anni avevano riguardato il fenomeno e ha ricostruito, per la prima volta, l’andamento del consumo di suolo in Italia dal 1956 al 2010: cinquant’anni fa, dicono gli esperti, era urbanizzato il 2,8% del nostro territorio, contro una media europea del 2,3%. Al 2010 il consumo di suolo italiano è pari al 6,9%. Record europeo.
Negli ultimi anni il consumo di suolo nel nostro paese è cresciuto al ritmo di otto metri quadrati al secondo, e dal 1956 non conosce battute d’arresto. Il fenomeno è stato più rapido negli anni Novanta, periodo in cui si sono sfiorati i dieci metri quadrati al secondo, ma il ritmo degli ultimi cinque anni si conferma comunque accelerato, con una velocità superiore agli otto metri quadrati al secondo.
“Non è colpa della crescita demografica” – Spiega ancora il rapporto: in termini assoluti, l’Italia è passata da poco più di ottomila chilometri quadrati di consumo di suolo nel 1956 a oltre 20.500 nel 2010. “Un aumento che non si può spiegare solo con la crescita demografica”, avvertono gli studiosi.
L’impermeabilizzazione del terreno, con cemento o asfalto, diminuisce molti degli effetti benefici del suolo. Per esempio, riducendo l’assorbimento di pioggia – in casi estremi impedendolo completamente – si avranno una serie di effetti diretti sul ciclo idrologico e indiretti sul microclima, producendo un aumento del rischio inondazioni. Non a caso, infatti, il Reno, uno dei maggiori fiumi d’Europa, ha perso quattro quinti delle sue pianure alluvionali naturali e Londra il 12% dei suoi giardini in soli dieci anni, sostituiti da circa 2.600 ettari di manto stradale.
Ma mentre diversi paesi europei, con la Germania in testa, approvano regole che limitano l’espansione urbanistica – scrive “Il fatto quotidiano”, – nel Veneto, dove i capannoni industriali abbandonati rappresentano il 50% della “capannonia” costruita negli anni della crescita economica, si sta per esempio dando il via alla costruzione di cinque nuove “città del divertimento”. Che divoreranno altri duecento ettari di campagna.

Scarica subito in pagina Approfondimenti le tabelle sul consumo di suolo regione per regione!

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