La lotta al traffico di specie protette al centro del summit di Nairobi
Il commercio di zanne d'elefante, corni di rinoceronte, animali da pelliccia, grandi felini, legname delle grandi foreste sviluppa un fatturato sui 200 miliardi di dollari l'anno
Si è conclusa a Nairobi, in Kenia, l’assemblea Unea dell’Unep, l’United Nations Environmental Program.
L’Unep ha riconosciuto il Kenia come una destinazione sicura, scegliendola come sede della conferenza United Nations Environmental Assembly (Unea). Il direttore dell’Unep Achim Steiner ha dichiarato all’apertura della conferenza la propria soddisfazione per le procedure poste in atto dal governo per garantire la sicurezza. L’evento, programmato dal 23 al 27 giugno, ha accolto oltre 1.200 partecipanti, provenienti dai 193 stati membri dell’organizzazione, tra cui personalità d’eccellenza del mondo della protezione ambientale.
“Il Kenia può essere orgoglioso di essere stato scelto per ospitare il forum, che dimostra un chiaro impegno verso l’Africa e il mondo” sono state le parole del direttore dell’Unep. Il Kenia è sede dell’Unep ed è spesso indicato come capitale ambientale del mondo. Questo incontro è un importante segnale del continuo supporto del governo alla conservazione dell’ambiente e alla protezione della fauna selvatica attraverso numerose iniziative.
Durante il summit è intervenuto anche il ministro italiano dell’Ambiente, Gianluca Galletti.
"La battaglia per la protezione degli animali in via d'estinzione e delle specie protette parte dall'impegno nei Paesi di origine”, ha affermato. Secondo Galletti, l'Italia ha fatto sentire forte la sua voce per rafforzare la lotta al traffico illegale e chiedere che gli Stati procedano uniti e con la massima fermezza, dando alle Nazioni Unite un chiaro mandato ad agire contro questa barbarie.
“Il commercio di zanne d'avorio d'elefante, corni di rinoceronte, animali da pelliccia, grandi felini, legname delle grandi foreste ingrossa le tasche di sfruttatori senza scrupoli, per un fatturato che si aggira attorno ai 200 miliardi di dollari l'anno. Fermiamo questi delinquenti ambientali – ha detto il ministro - che stanno mettono a rischio gravissimo la sopravvivenza di specie protette e intaccano la biodiversità. È dovere della comunità internazionale combattere con decisione e fermare questo enorme business i cui proventi spesso finiscono per finanziare guerre e anche organizzazioni terroristiche".