Morire di lavoro: nel 2018 1.143 incidenti mortali. A Taranto record di cancro
Le malattie professionali e gli incidenti sul lavoro mietono ancora troppe vittime: summit a Ginevra. L’effetto dell’amianto si fa sentire ancora a decenni dalla messa al bando. Va peggio al Sud
Non cala il tasso degli incidenti sul lavoro in Italia: nel 2018 ne sono state vittima 641mila persone; e, a causa della tragedia del ponte Morandi, aumentano i morti sul lavoro, ben 1.143. Il primato negativo per gli incidenti mortali spetta a Crotone, ma tutto il Mezzogiorno spicca per la maggiore ricorrenza di incidenti per chi lavora, mentre la produzione metalmeccanica, e in particolare l’eredità dell’amianto usato in passato con molta abbondanza nelle costruzioni navali, nella manutenzione e nello smantellamento delle navi, rende le regioni della grande cantieristica navale del Nord e di Taranto quelle con il tasso maggiore di malattie tumorali legate all'amianto.
Il bilancio arriva dall'osservatorio dei consulenti sul lavoro che ha stilato un'indagine, avvalendosi anche dei dati Inail. Rispetto al 2017, nel 2018 il numero dei casi di malattie e incidenti professionali è salito a 641mila, ma l'incidenza sul totale dei lavoratori è rimasta al 3,8%, visto che è salito anche il numero degli occupati. Il numero scende se si confronta con quello del 2013, quando era al 4,4%, e "mostra una sempre maggiore efficacia delle azioni di prevenzione del rischio", rileva il rapporto.
Andando al lavoro - L'84,6% degli incidenti si sono verificati durante l'attività lavorativa, mentre il 15,4% si è verificato nel tragitto casa-lavoro.
Rispetto al 2017 si registra un aumento di 5.828 denunce di infortuni (+0,9%) e un aumento ancora più consistente di decessi (+10,1%).
Il dramma del Mezzogiorno - Nel biennio 2017-2018, il maggior numero di incidenti mortali di lavoratori si registra nella provincia di Crotone (6,3 ogni mille) e, a seguire, Isernia (5,9 per mille), Campobasso (4,7 per mille), Caserta (4,4 per mille), Vibo Valentia (4,1 per mille) e Matera (4 per mille).
L’amianto - Pur messo al bando da una legge del ’92, l’amianto ha la caratteristica di sviluppare tumori decine di anni dopo l’esposizione. Così, oggi si registrano forme tumorali legate all’amianto soprattutto nei luoghi in cui fino a 20-30 anni fa questo minerale del silicio si usava in modo intensivo e con forte dispersione di fibre, come nelle lavorazioni cantieristiche e nella carpenteria navale. Ecco perché nel solo 2018 è la provincia di
Gorizia (con i cantieri di Monfalcone) che fa registrare il più alto tasso (22,5%), seguita al secondo e al terzo posto dalle province di Torino (18,5%), Novara e Milano (18,4%). A causare patologie cancerogene nei lavoratori sono soprattutto le fibre di amianto (oltre il 70% dei casi). La città di Taranto, con i cantieri della base della Marina e le altre attività di riparazione e costruzione navale sviluppate quando l’amianto era ancora consentito, si colloca al 14° posto, ma è la prima provincia per numero assoluto di tumori di origine professionale: 164 casi nel solo 2018 tuttavia in decremento negli ultimi cinque anni anni (erano 218 casi nel 2014).
Il ministro dell’Ambiente - "Il problema è ancora attuale e va risolto a livello nazionale e non soltanto locale. Parliamo di circa 34 milioni di tonnellate di amianto ancora distribuite in Italia e oltre 4mila decessi all'anno”, ha detto il ministro dell'ambiente, Sergio Costa. “Mi sembra giusto avviare quello che è il Tavolo presieduto da Raffaele Guariniello, che produrrà un testo unico. Potrà essere un po’ il punto di riferimento che voglio presentare entro la fine dell'estate alla presidenza del Consiglio dei ministri per l'approvazione e andare poi in Parlamento. Finalmente diventa il luogo giuridico dove si mette ordine per fare le bonifiche e fare in modo che l'amianto non sia più qualcosa di cui ogni volta se ne debba parlare, ma solo memoria. Chiariamo che debba fare coda e come. Nella legge di stabilità abbiamo messo il 65% di risorse per chi vuole toglierlo da casa propria. Dobbiamo parlare di discariche, del viaggio dell'amianto che deve diminuire, di aiuti per le bonifiche”.
Scenario mondiale - Secondo un recente rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), la cattiva gestione delle sostanze chimiche e dei rifiuti provoca 1,6 milioni di morti l'anno. Con questi numeri alla mano, fino al 10 maggio a Ginevra si svolgeranno colloqui internazionali che coinvolgono i firmatari delle convenzioni di Basilea, Rotterdam e Stoccolma, chiamati a confrontarsi, negoziare e prendere decisioni cruciali per prevenire gli impatti sulla salute umana e sull'ambiente derivanti da rifiuti di plastica, rifiuti elettronici e sostanze chimiche pericolose.