Muoversi. Nel 2021 meno bus, riscoperti i monopattini. Il lavoro da casa riduce l’uso dell’auto
Rapporto MobilitAria del Kyoto Club con il Cnr. I dati sulla qualità dell’aria e gli spostamenti nelle città italiane
Il 2021 è stato un anno ancora contrassegnato dalla pandemia, con una diminuzione degli spostamenti e obblighi di distanziamento del trasporto pubblico. Il risultato è che, a causa delle regole anticovid e grazie alle azioni delle amministrazioni, è cresciuta la ciclabilità, c’è stata una riscoperta quasi adolescenziale del monopattino - elettrico e in sharing, però, in versione adulta - mentre è proseguita la crisi del trasporto collettivo come autobus e treni pendolari. L’auto resta una protagonista, anche se in diverse città non è tornata a livelli precovid per lo smart working.
Sono questi i principali temi del rapporto MobilitAria realizzato da Kyoto Club e dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iia), in collaborazione con Isfort, nell’ambito della campagna europea Clean Cities, che analizza i dati della mobilità e della qualità dell’aria al 2021 nelle 14 città metropolitane italiane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Reggio Calabria, Torino, Venezia.
Bologna peggiora per la CO2
Un’autentica novità 2022 è l’analisi delle emissioni di gas serra delle città metropolitane, sia riferite alle emissioni totali che per la parte trasporti terrestri con la ripartizione dei diversi segmenti di veicoli. È stata utilizzato la base informativa di Ispra con l’inventario delle emissioni, riferiti all’andamento 1990-2019. Analizzati alla stessa scala i due inquinamenti: NOX e Pm10.
L‘andamento delle emissioni di CO2 totali dal 1990 al 2019 è stato differente fra le varie città metropolitane: in alcuni centri si registra una tendenza decrescente, in altre stabile o in altre ancora crescente, come per Bologna (+30%) nell’ultimo decennio.
Troppe macchine
A livello nazionale, dal 1990 al 2019 i gas serra nei trasporti sono cresciuti del 3,9%, e anche nelle città metropolitane si evidenzia una tendenza alla crescita. Nelle 14 città metropolitane, per i gas serra si evidenzia il peso enorme dei trasporti stradali sul totale (mediamente dal 30% al 60 %): di questo segmento, l’automobile determina in genere almeno due/terzi.
Nel 2019 (dati pre-epidemia) si osservava che, nelle emissioni del settore trasporti su strada della CO2, i contributi più rilevanti di emissioni di anidride carbonica erano da attribuire al traffico automobilistico, che variava nelle città da un minimo del 58% a un massimo del 78% rispetto alle emissioni totali di CO2 dei trasporti.
Il contributo medio di CO2 nelle città metropolitane derivato dai veicoli commerciali leggeri è pari al 10%, quello dei veicoli commerciali pesanti al 17%, mentre per i ciclomotori e motocicli è pari al 3%.
Inoltre, emerge che nelle aree metropolitane di Milano, Bologna, Firenze, Genova e Venezia, in cui ricadono importanti arterie autostradali o tangenziali, si osservano i valori percentuali più alti determinati dal contributo dei veicoli commerciali pesanti e autobus (19%-28%).
Fiorentini e bolognesi
Considerando le emissioni pro capite di CO2 relative al settore trasporti su strada emerge che le città con i valori più alti sono Bologna (2.383 chili l’anno) e Firenze (2.055 chili), a cui seguono Venezia (1.953 chili l’anno) e Genova (1.883 chili di CO2 a testa l’anno). Occorre infatti considerare che nelle aree metropolitane di queste città ricadono importanti tratti autostradali caratterizzati quindi anche da un forte contributo alle emissioni del comparto merci. Invece, Napoli e Palermo sono caratterizzate dai valori più bassi di emissioni pro-capite, con circa 1.000 chili di CO2 l’anno.
Gli inquinanti
Nel rapporto è presente un contributo elaborato da Isfort- Osservatorio Audimob, sulle caratteristiche della domanda di mobilità dei cittadini nelle città metropolitane, con i dati 2014-2016 confrontati con il triennio 2017-2019, da mettere in correlazione con i dati delle emissioni inquinanti e dei gas serra.
Come ogni anno sono state analizzate le concentrazioni degli inquinanti delle 14 città metropolitane. Quasi tutte le città registrano una crescita rispetto all'anno 2020 delle concentrazioni di NO2. Per il PM10 ePM2.5 si assiste ad un miglioramento delle concertazioni per la metà delle città analizzate; tuttavia, si registra un peggioramento per diverse città del sud. Nonostante la situazione sfavorevole rispetto all'anno pandemico (2020), se si effettua un raffronto fra la condizione nel 2021 e quella nel 2019, anno in cui il traffico e la mobilità erano regolari, si evince che le tendenze sono in calo, soprattutto per quel che riguarda il biossido di azoto; permangono però alcune criticità, in particolare a Reggio Calabria per NO2. Diverse città continuano a superare più di 35 volte il limite giornaliero del PM10 nell’arco di un anno. La situazione più critica si riscontra, sia nel 2021 che nel 2020, nella città di Torino (75 superamenti); seguono Milano con 61 e Venezia con 50, a cui si aggiunge quest’anno Catania (50 superamenti).
Nuove indicazioni dell’Oms
Nel rapporto MobilitAria 2022 c’è inoltre un’altra novità. A settembre del 2021, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha pubblicato le nuove Linee guida sulla qualità dell’aria, con raccomandazioni sui principali inquinanti atmosferici, suggerendo nuovi valori da non superare per limitare gli effetti nocivi sulla salute.
Il Cnr-Iia ha effettuato nel Rapporto un confronto dei valori medi registrati nel 2021 per biossido di azoto e particolato atmosferico dalle stazioni di fondo urbano, evidenziando una sostanziale distanza delle concentrazioni attuali con i valori raccomandati dall’Oms più ambiziosi. Emerge che nessuna delle città considerate è infatti in linea con i parametri dell’Oms, e alcune di queste segnalano degli scostamenti molto rilevanti.
Più piste ciclabili
C’è poi il capitolo mobilità urbana. Su questo fronte, lo studio analizza i provvedimenti intrapresi dalle amministrazioni comunali delle 14 città metropolitane italiane nel 2021. Il rapporto segnala innanzitutto un potenziamento delle reti ciclabili, grazie anche agli stanziamenti del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile. Tra i casi virtuosi ci sono Roma (+69 chilometri), Genova (+29), Torino (+17), Bologna (+12) e Cagliari (+11 chilometri).
Monopattini e altri aggeggi
È boom della micromobilità elettrica, che inizia a Catania (3 operatori e una flotta di 1000 mezzi) e Palermo (con 3.500 mezzi in flotta e ben 7 operatori). Aumenta la flotta dei mezzi a disposizione in molti centri, tra cui Milano (che passa da una flotta di 3.750 mezzi a 5.250), Torino (da 3.500 a 4.500), Napoli (da 1.050 a 1.800), Bari (da 1000 a 1.500). Per il bike sharing la città più virtuosa è sicuramente Milano, con quasi 17mila bici in flotta (trend in aumento rispetto allo scorso anno). Abbiamo poi Roma (flotta di 9.700 bici, tendenza positiva) seguita da Torino (5.300), Firenze (4.000) e Bologna (2.500). Per quanto riguarda il car sharing, sul podio ci sono Roma (con una flotta di 2.153), Milano (2118) e Torino (880). Il capoluogo lombardo si piazza al primo posto anche per quanto riguarda la mobilità condivisa degli scooter (4.352 pezzi in flotta) seguita dalla Capitale (3400).
Più auto elettriche e ibride
Un ulteriore interessante dato riguarda poi la composizione del parco circolante: le autovetture a gasolio sono in diminuzione, mentre si registra una crescita significativa delle autovetture elettriche e ibride. Tra i principali exploit per quanto riguarda le aree metropolitane, spiccano Roma (99.931 ibride e 10.805 elettriche) Milano (86.147 e 7.509), Torino (47.470 e 5.263) Firenze (41.735 e 7.292) e Bologna (29.268 e 2.157).
I commenti
“Emerge con chiarezza il peso negativo del traffico veicolare per le emissioni inquinanti e di gas serra e vengono sottolineare le criticità del nostro sistema di mobilità urbana, con la debolezza cronica del trasporto collettivo e della mobilità attiva. Significativi investimenti sono in arrivo da PNRR e dal Bilancio, ma mancano ancora 5 miliardi da destinare alle reti tramviarie e metropolitane per le città, almeno 1,2 miliardi da destinare alla mobilità ciclabile, ed 1 miliardo l’anno aggiuntivo per i servizi di trasporto collettivo, se vogliamo accelerare la svolta verso la città sostenibile, attuare i PUMS ed arrivare a città carbon neutral al 2030”, commenta Anna Donati del gruppo di lavoro mobilità sostenibile di Kyoto Club.
“Emerge l’importante peso delle emissioni del settore dei trasporti su strada in ambito metropolitano. Si rilevano ancora criticità sia sui livelli di inquinamento che delle emissioni, in particolare di CO2, nelle 14 città metropolitane. Il percorso per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del settore dei trasporti è stato intrapreso, ma le politiche da attuare a livello nazionale dovranno essere ambiziose e di lungo periodo”, dice il direttore del Cnr-Iia Francesco Petracchini.
Il video https://www.youtube.com/watch?v=6qU-...
Il rapporto https://www.kyotoclub.org/wp-content...