Nucleare. Rapporto dell’ispettorato Isin, scorie in lieve aumento nel 2019
Sono aumentati i rifiuti radioattivi stoccati in Emilia Romagna, Basilicata, Piemonte, Lombardia e Campania
Nel 2019 è stata stabile, rispetto all'anno precedente, la produzione di rifiuti radioattivi. Si registra una crescita fisiologica delle quantità, che è attenuata nei volumi grazie all'attività di trattamento sia dei nuovi rifiuti radioattivi che di quelli stoccati in passato. Lo ha reso noto l'Ispettorato per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) in occasione della pubblicazione on-line dell'Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi, precisando che alcuni rifiuti di origine medico-industriale hanno, inoltre, perso rilevanza radiologica, rientrando nel regime ordinario dei rifiuti speciali. L'incremento dei rifiuti radioattivi al 31 dicembre 2019, che tiene conto di tutte queste variabili, è stato pari a 608 metri cubi.
I numeri dei rifiuti radioattivi
In totale, il volume dei rifiuti radioattivi presenti in Italia è pari a 31.027,30 m3. Per quanto riguarda il 2019, nel dettaglio, sono aumentati i rifiuti radioattivi stoccati in Emilia Romagna (a 3272 nel 2019, + 272 m3), Basilicata (3362 m3, +147 m3), Piemonte (5605 m3, +99 m3), Lombardia (6147 m3, +87 m3) e Campania (2968, +3 m3). In calo, al contrario, i rifiuti radioattivi detenuti in Puglia (da 849 m3 a 390), perché spostati in depositi in altre regioni, e Lazio (da 9311 m3 a 9284).
Il 99% del combustibile irraggiato delle quattro centrali nucleari nazionali dismesse - spiega l'Isin - non si trova più in Italia: è stato inviato in Francia e in Gran Bretagna, dove è stato sottoposto a riprocessamento. I rifiuti radioattivi generati faranno rientro in Italia. La gran parte dei rifiuti radioattivi presenti in Italia sono, pertanto, a vita molto breve (1405,74 m3, con una diminuzione pari a 250.53 m3 rispetto al 2018), ad attività molto bassa (14.072,40 m3, con un aumento di 752,12 m3), a bassa attività (12.521,19 m3, -289,38 m3 rispetto al 2018) e a media attività (3.027,96 m3, in calo di 90,8 m3).
Una riforma sui dati
Il settore, spiega l'Isin, "è alla vigilia di una evoluzione tecnico-normativa: grazie a un nuovo sistema informatico di acquisizione dei dati relativi a produzione e stoccaggio (stabilito dal D. Lgs. 101/2020) che entrerà in funzione nel 2021, sarà possibile disporre di informazioni ancora più precise e, soprattutto, in tempo reale sulla produzione e movimentazione dei rifiuti radioattivi. Uno strumento che permetterà un più puntuale controllo del comparto e anche la realizzazione di report aggiornati in tempi molto brevi, in modo da avere già nei primi mesi dell'anno i dati completi dei 12 mesi precedenti".