Oxford, oceani mai così acidi a causa di inquinamento e pesca - Molte le specie a rischio
È questo l'allarme lanciato dal rapporto dell'International Programme on the State of the Ocean (Ipso), secondo cui l'estinzione di massa delle specie marine potrebbe ormai essere inevitabile
L'acidificazione delle acque degli oceani ha raggiunto un livello record: è il più alto da 300 milioni di anni e a quanto pare la colpa potrebbe essere in gran parte di inquinamento e pesca eccessiva. È questo l'allarme lanciato dal rapporto dell'International Programme on the State of the Ocean (Ipso), secondo cui l'estinzione di massa delle specie marine potrebbe ormai essere inevitabile.
Il calcolo dei 300 milioni di anni è stato fatto in base alle rilevazioni geologiche attualmente disponibili: dal raffronto emerge anche che il rilascio di CO2 negli oceani è attualmente dieci volte più veloce di quello durante la grande estinzione delle specie del Paleocene-Eocene di 55 milioni fa.
"La salute del mare sta avendo un andamento discendente molto più rapido ed esteso di quanto non avessimo finora pensato - ha commentato il biologo Alex Rogers dell'Università di Oxford. - Ciò dovrebbe essere un motivo di grande preoccupazione per tutti, perché proprio tutti saranno influenzati dalla diminuita capacità dell'oceano di sostenere la vita sulla Terra".
Lo studio Ipso è coordinato dall'Università di Oxford e si basa sul contributo di scienziati di tutto il mondo. Nel rapporto, intitolato "Lo stato degli oceani 2013: pericoli, prognosi e proposte", è emerso che gli ecosistemi marini si stanno degradando per diretta conseguenza delle attività umane, soprattutto per colpa della CO2 prodotta dai combustibili fossili e dalla pesca eccessiva. Attraverso una combinazione letale di forze distruttive - il cosiddetto "trio mortale" costituito da acidificazione, riscaldamento e deossigenazione - gli scienziati avvertono che "l'estinzione di massa delle specie chiave presenti in mare può essere inevitabile", mettendo così a rischio anche il sostentamento di miliardi di persone.
L'acidificazione e la minore concentrazione di carbonato nell'acqua diminuiscono la capacità di calcificazione di molluschi e altri animali, le cui conchiglie diventano deboli, sottili e meno resistenti a predatori e malattie.
"A meno che non si ripristini la salute degli oceani - conclude lo studio - , ci saranno conseguenze pesanti. I governi devono intervenire urgentemente, proprio come se si trattasse di una minaccia alla sicurezza nazionale".