Rapporto Unep – È l’australiana Melbourne la città più verde del mondo
Nella rassegna Onu le migliori pratiche di eco-efficienza urbana. Bene anche Singapore, Città del Capo e il quartiere Vauban di Friburgo. Nel deserto, il progetto Masdar. La Ue preme per il taglio nell’uso delle risorse
Da Melbourne a Singapore, passando da Città del Capo fino a Curitiba: sono sempre di più le città del mondo che investono in un futuro verde. Metà della popolazione del mondo, circa 3,5 miliardi di persone, attualmente vive in centri urbani ed entro il 2055 si stima che la quota arriverà al 75%. Con un impatto notevole sull’ambiente: le città generano oltre il 70% delle emissioni di CO2 e dei consumi di energia.
A scattare una fotografia delle trenta metropoli leader del cambiamento eco-sostenibile è il nuovo rapporto del programma Onu per l’ambiente, Unep (unep.org).
“Finora la tendenza all’urbanizzazione è stata accompagnata da una maggiore pressione sull’ambiente e da un crescente numero di poveri nelle aree urbane”, commenta Achim Steiner, direttore esecutivo dell’Unep. Ma, secondo Steiner, “per le città esistono opportunità uniche di guidare il passaggio a un’economia globale verde”.
Per ora le amministrazioni locali più innovative procedono in ordine sparso, anche in Europa, con casi esemplari nei paesi nordici ma anche in Germania dove la riqualificazione sostenibile del quartiere di Vauban, a Friburgo, sta facendo scuola.
Prima Melbourne, attenti a Masdar – Nella corsa all’eco-efficienza, fra le prime della classe secondo il rapporto Unep è Melbourne, in Australia, che oltre a lavorare per ridurre le emissioni di CO2, compensa quelle che produce. E nei trasporti punta, per esempio, sull’uso massiccio delle biciclette e ad una metropolitana a zero gas serra entro il 2020.
Singapore, invece, sta attuando un piano per ridurre i consumi di acqua del 10% entro il 2030, limitare le perdite della rete e investire in impianti di desalinizzazione. L’oro blu riciclato dalle acque reflue potrebbe rispondere al 30% dei bisogni idrici della megalopoli asiatica nel giro di una quindicina d’anni.
Curitiba, in Brasile, ha puntato molto sul riciclo dei rifiuti, incoraggiando la raccolta differenziata, mentre a Città del Capo, in Sudafrica, il progetto Kuyasa ha aiutato oltre duemila famiglie povere ad avere tetti isolati, lampadine efficienti e acqua calda prodotta da impianti solari. Negli Emirati Arabi, infine, a 17 chilometri da Abu Dhabi, è in costruzione un’intera eco-città: Masdar. Nascerà fra il 2020 e il 2025 nelle terra di gas e petrolio, verrà alimentata da energia solare e altre rinnovabili e punterà a produrre zero rifiuti.
Da dieci chili di cellulari si estrae l’oro per una fede – In campo per un uso più intelligente delle risorse non è solo l’Onu: anche la Commissione Ue fa la sua parte. Secondo il commissario europeo all’Ambiente, Janez Potocnik, le città hanno “un ruolo chiave da giocare nella riduzione dell’uso delle risorse, avendo a disposizione una serie di strumenti, come gli appalti pubblici verdi, la gestione di acqua e rifiuti, l’ammodernamento delle case, i trasporti, l’incentivo di eco-prodotti e la pianificazione urbana”.
Senza contare le miniere urbane del riciclo: da dieci chili di telefoni cellulari si estrae l’oro per una fede nuziale.