Recovery fund, Costa chiede un patto con le imprese. Anbi: dai bacini migliaia di posti di lavoro
Il ministro dell’Ambiente sostiene che si debba aiutare il sistema del credito con un indice di rischio che lo Stato si accollerebbe, aiutando il sistema delle imprese. ANBI: pronti progetti per oltre 4mila posti di lavoro
"L'Unione europea ci dice almeno che il 37% di tutti gli investimenti del Recovery Plan devono essere green, ma quello io lo considero un fatto quasi ovvio. L'importante è come si declina questo elemento. Andare verso l'economia circolare, in termini concreti, significa aiutare le imprese, perché tutti i maggiori studiosi dicono che, se vogliamo andare in quella direzione, il cosiddetto rischio di impresa aumenta perché non c'è una tradizione sull'economia circolare". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, intervenendo ai lavori del Festival dell'Economia Civile a Firenze. "Quindi, appena abbiamo iniziato a parlare di Recovery Plan - ha aggiunto - ci siamo posti proprio l'obiettivo di aiutare quel sistema di imprese per avere un 'patto generativo', un patto che genera lavoro e poi genererà ecologia integrale". Secondo Costa, occorre "aiutare il sistema del credito con un indice di rischio che lo Stato si accolla, aiutando così il sistema delle imprese", perché "altrimenti noi facciamo retorica senza sostanza, cioè predichiamo all'imprenditore di far economia circolare, ma poi quando andrà a chiedere il credito, considerato l'alto rischio, non ce la farà a ottenerlo e ritornerà all'economia lineare".
Il dibattito su come utilizzare il recovery plan entra nel vivo, arricchendosi ogni giorno di nuove proposte come quelli dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela Idraulica del Territorio (ANBI), che a Matera ha presentato una serie di interventi per il Mezzogiorno, previsti dal Piano per l'efficientamento della rete idraulica. Nel Sud Italia - dice l’associazione - oltre l'11% della capacità dei bacini per la raccolta delle acque è occupato da sedime. Per liberare le zone interessate dall'interramento sono pronti 45 progetti, che garantirebbero oltre 1.300 posti di lavoro. Non solo: nel Meridione ci sono 6 invasi incompleti, la cui ultimazione incrementerebbe la disponibilità idrica per oltre 55 milioni di metri cubi, attivando circa 1.300 posti di lavoro. I progetti sono già pronti. "Il Recovery Fund è una straordinaria opportunità, cui non si può rispondere con irrealizzabili megaprogetti - ha detto Massimo Gargano, Direttore Generale di Anbi -. L'Italia ha ripetutamente dimostrato di avere difficoltà di spesa per l'impossibilità di rispettare le tempistiche previste, per colpa delle lungaggini burocratiche. Il Piano Anbi, fatto di progetti già definitivi ed esecutivi, accorcia i tempi, offrendo un contributo di concretezza al Paese ed alle Istituzioni, che lo rappresentano."
Sul tema acqua, ricorda ancora il ministro Costa, c'è il tema del "dissesto idrogeologico che forse è l'elemento principale per intervenire non quando il danno è cagionato, ma preventivamente. Noi abbiamo già oltre 7 miliardi di euro depositati al ministero dell'Ambiente, con il Recovery plan immaginiamo di avere anche altre risorse; abbiamo accelerato, con la norma sulla semplificazione e con la prossima norma del collegato ambientale, la progettazione esecutiva, perché la fanno i Comuni, la Regione la valida, il Ministero la finanza. Quindi, se i soldi ci sono ma i progetti non si fanno, bisogna aiutare i Comuni a farli".