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Ricerca McKinsey: con l’economia verde in Europa 5 milioni di nuovi posti lavoro

where Milano when Lun, 14/12/2020 who roberto

In Italia l'elettrificazione e l'idrogeno rappresenterebbero leve chiave per l'abbattimento delle emissioni: entro il 2050, la domanda di energia elettrica potrebbe quasi raddoppiare

L'Europa green sarà una realtà nel 2050green-job.jpg quando si raggiungerà la neutralità carbonica a costo zero. Con questo percorso si potranno creare 5 milioni di nuovi posti di lavoro. In questo contesto l'Italia sarebbe avvantaggiata rispetto alla media europea, grazie al possibile minor costo delle rinnovabili elettriche e quindi della produzione di idrogeno. Il percorso di decarbonizzazione del Vecchio continente è stato tracciato da McKinsey & Company nello studio "Net-Zero Europe: Decarbonization pathways and socioeconomic implications", che ha analizzato l'impiego di oltre 600 leve di riduzione delle emissioni in 75 sottosettori e 10 aree geografiche, valutandone l'impatto sull'occupazione e su altri fattori socio-economici.
Il conseguimento degli obiettivi climatici dell'Ue a livello comunitario - evidenzia l'analisi - avrebbe un costo inferiore rispetto a quanto dovrebbe sostenere ciascuno Stato membro preso singolarmente. Per raggiungere gli obiettivi dell'Ue nei tempi prefissati, tutti i settori dovrebbero procedere simultaneamente alla riduzione delle emissioni. Intraprendere un "percorso volto all'abbattimento delle emissioni non è solo una necessità per rispondere a regolamentazioni sempre più stringenti. Le azioni a favore di una svolta green generano benefici concreti a livello ambientale, sociale ed economico", afferma Marco Piccitto, senior partner di McKinsey.
 
Un dettaglio: l’Italia
In Italia, l'elettrificazione e l'idrogeno rappresenterebbero leve chiave per l'abbattimento delle emissioni: entro il 2050, la domanda di energia elettrica potrebbe quasi raddoppiare, mentre il consumo di carbone si esaurirebbe quasi completamente prima del 2040. "Il nostro studio prende in esame un possibile percorso verso la decarbonizzazione in Europa, evidenziandone i potenziali benefici economici: creazione di nuovi posti di lavoro, spinta all'innovazione e accelerazione della crescita", ha affermato Paolo D'Aprile, partner di McKinsey tra gli autori del report.
 
I cinque settori cruciali
Questo percorso richiede un'azione contestuale in cinque settori cruciali: elettrico, trasporti, costruzioni, industria e agricoltura. Il settore elettrico, secondo la ricerca, sarebbe il primo a raggiungere zero emissioni nette, a metà del 2040. I trasporti raggiungerebbero l'obiettivo nel 2045, le costruzioni a fine 2040, quello industriale nel 2050, e a seguire l'agricoltura. Entro il 2050, la domanda di energia elettrica raddoppierebbe e l'elettricità proveniente da fonti rinnovabili rappresenterebbe oltre il 90% rispetto all'attuale 35%, e il consumo di petrolio, gas e carbone si ridurrebbe di oltre il 90%. Soluzioni di cattura, stoccaggio e riutilizzo della CO2 potrebbero essere adottate in alcuni dei settori industriali più difficili da decarbonizzare.
Al 2030, l'elettrificazione dei consumi e l'efficienza energetica, combinate con misure per una migliore gestione della domanda e della circolarità, rappresenterebbero le leve principali per decarbonizzare il sistema. Il percorso porterebbe alla creazione di 5 milioni di nuovi posti di lavoro legati all'energia pulita, mentre 18 milioni di persone potrebbero avere bisogno di formazione e sostegno durante la transizione. In Italia, l'elettrificazione e l'idrogeno rappresenterebbero leve chiave per l'abbattimento delle emissioni: entro il 2050, la domanda di energia elettrica potrebbe quasi raddoppiare, mentre il consumo di carbone si esaurirebbe quasi completamente prima del 2040.
 
I progetti all’idrogeno di Snam, Eni ed Enel
I primi importanti passi si stanno già muovendo, con Enel ed Eni che hanno unito le forse e avviato un lavoro congiunto per sviluppare due progetti pilota attraverso elettrolizzatori alimentati da energia rinnovabile. In prima linea sul fronte dell'idrogeno c'è Snam, che ha messo in campo una serie di progetti e iniziative. Dopo la sperimentazione della prima turbina ibrida con idrogeno, che "installeremo nel 2021 nella centrale di Istrana, stiamo portando avanti dei test per verificare qual è il livello massimo di idrogeno che può essere immesso in compressori e turbine", afferma Marco Alverà, amministratore delegato della Snam. Il lavoro più complicato, però, è sugli stoccaggi, perché non esiste letteratura al riguardo e hanno un ruolo centrale. "Stiamo comunque studiando la possibile evoluzione della rete dove dovranno coesistere biometano e idrogeno", conclude Alverà.

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